Italian Perspectives                                    
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Sofri:  Bin Laden in sedicesimo  (La Padania, 17 aprile 2004)
 
Mario Giordano si interrogava sul perché il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, abbia deciso, dopo tanto tempo, di pronunciarsi in modo così impellente sulla grazia a Sofri.  E si chiedeva quale sarà il “sentire comune” della gente che ha problemi quotidiani di tutt’altra portata, a vedere e sentire tutta quest’agitazione, attenzione ed energia suscitata e sprecata per un singolo carcerato.

A proposito delle nuove fregole di Ciampi ad avviare le pratiche, mi dispiace fare peccato pensando male, ma, come dice Andreotti, spesso ci si azzecca.  E la verità è che la domanda postagli da Giulio Manfredi nel titolo del suo libro, “Telekom Serbia: Presidente Ciampi, nulla da dichiarare?” attende ancora una risposta. 

Ad ogni modo abbiamo sbagliato a battezzare la squadra sofriana la Lobby Lotta Continua; sarebbe più appropriato la Lobby Olimpo.  E Ciampi sembra più preoccupato dei fulmini furiosi dal loro Monte che del pensiero del popolo che potrebbe disturbare il suo Colle.

E quanti fulmini lanciano dal Monte!  C’è stato il grande direttore di un piccolo giornale (però bello e di elite e tanto radical chic) che ha pagato (secondo ciò che hanno detto su Radio Radicale) una pagina intera di pubblicità sulla più importante testata nazionale (il Corriere della Sera) perché Marco Pannella potesse spiegare perché faceva l’ennesimo sciopero della sete.  Naturalmente non lo faceva per Sofri, sarebbe un ragionamento troppo lineare, troppo banale, troppo anglosassone.  E neanche lo faceva per Ciampi.  No, Marco agisce per motivi molto più deificanti: per salvare l’istituzione della grazia alla presidenza della repubblica.  Ci sarebbe da chiedere come mai non lo ha fatto prima, visto che ci sono 2000 domande di grazia giacenti da tempo e non solo due.  E i radicali, per i quali ogni scusa è buona per fare un referendum, come mai non ne propongono uno per vedere come la pensa “il sentire comune” di cui si interrogava giustamente Giordano, per vedere se i cittadini si stiano smaniando per la scarcerazione di Sofri, quanto gli abitanti del Monte?  Ma queste sono domande banali da poveri mortali.  Loro che stanno sull’Olimpo, ne combinano, come ne hanno sempre combinato, di tutti i colori perché loro sono degli Dei e se lo possono permettere senza preoccuparsi delle leggi, degli articoli e dei commi delle costituzioni o della gretta morale della plebe, dei miseri mortali come noi.

Aperta parentesi. Vivo a Torino e sono circondata da tanta di quella plebe che ha vissuto sulla propria pelle le violenze predicate con veemenza durante gli anni caldi di Lotta Olimpo, temendo spesso per la propria vita o per quella dei loro cari.  Presidi che andavano a lavorare con le scritte delle loro condanne a morte sui muri, studenti che temevano altrettanto e che non hanno potuto finire gli studi essendo bloccati all’entrata perché stavano dalla parte “sbagliata”, dirigenti di aziende che sapevano di essere sotto tiro, amici della mia età che hanno vissuto la loro gioventù con la paura che i loro padri potessero non tornare a casa alla sera, e anche amici che hanno fatto la lotta armata e che riconoscono il ruolo degli insegnamenti di Sofri nelle loro scelte scellerate giovanili. Loro, sì, che hanno pagato il prezzo alla società, ma non possono cancellare i sensi di colpa per ciò che hanno fatto e per la sofferenza che hanno causato.  Né possono rinnegare la loro consapevolezza di chi ha avuto un ruolo essenziale nei cattivi insegnamenti che ha portato loro su quella strada. Chiusa la parentesi.

Mi chiedono chi me lo fa fare ad occuparmi di queste beghe interne italiane.  Sarà appunto perché vivo a Torino dove tutti i Lotti Olimpi hanno lasciato le loro tracce indelebili e dolorose.  Sarà perché insegno in un liceo statale dove vedo ogni giorno i risultati di decenni della ideologia insidiosa, del permissivismo comportamentale e del relativismo etico di quei vecchi cattivi maestri e il multiculturismo sociale indiscriminante di quelli nuovi.   

Giordano si domanda perché Sofri non chieda semplicemente la grazia pur con un lungo inciso per sostenere la propria innocenza.  Ma come fa un Dio a piegarsi alle regole dei mortali?  Le disdegnava prima, le disdegna adesso.  In questo è rimasto lo stesso uomo di allora: arrogante, narcisista e megalomane.  E con tutto il seguito che ha, come potrebbe essere diversamente.

A sfogliare le vecchie pagine di Lotta Continua e a guardare i siti internet dei fondamentalisti islamici, onestamente non c’è molta differenza di spirito:  odio per la nostra civiltà, disprezzo per le nostre istituzioni, incitamento alla violenza per distruggerle e le persone che le rappresentano.  E non ci vuole tanta fantasia ad immaginare fra un paio di decenni, con un’eventuale cattura di Osama Bin Laden, i soliti Dei che ci racconteranno che tutto sommato lui oramai è cambiato.  E’ un altro uomo e dopo tutto mica ammazzava, lui, la gente.  Sì, predicava la violenza, voleva distruggere la nostra società, esattamente come Sofri, e come Sofri sognava, a modo suo, un mondo “migliore”.


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