Overseas Perspectives 
by S. Giovanna Giacomazzi 


Lettera di ringraziamento a Giuliano Ferrara

Lettera inviata al direttore del giornale Il Foglio il 12 novembre e letto al pubblico presente all’incontro che ha avuto luogo il 16 novembre all’Unione Industriale di Torino.

Dear Mr. Ferrara,

Sono un’americana che vive da oltre 20 anni in Italia e vorrei ringraziarla per aver avuto la nobilissima idea di fare quella nostra manifestazione e per aver perseverato nonostante tutte le polemiche che la sua idea ha suscitato: Tre settimane d’ignobili dibattiti politici e discussioni sulle pagine editoriali.

I membri dell’opposizione che insistevano sulla futilità di fare un gesto simile due mesi dopo il fatto non avevano capito niente.  Essere commossi, pronunciare parole di empatia, esprimere solidarietà nei momenti immediatamente dopo il fatto era cosa facile, se non scontata.  Esserci quando le immagini terribili cominciano a sbiadire, quando dalle parole bisogna passare ai fatti, quando, per tradurre un’espressione molto americano, devi mettere i soldi al posto della bocca, è lì che dimostri di che pasta sia fatta la tua solidarietà

Noi che eravamo lì in piazza, c’eravamo perché dovevamo per forza esserci, italiani e americani.  Voi, per esprimere la persistenza del vostro lutto per un’America ferita, la vostra gratitudine per il ruolo che ha avuto il mio paese a salvare l’Italia e l’Europa dalla stretta di due totalitarismi, il vostro impegno a stare accanto all’America nel suo momento di bisogno, e la vostra profonda comprensione che se cade l’America, cade tutto il mondo libero.

Noi americani, dovevamo esserci per ringraziarvi per la vostra solidarietà, e in qualche modo per compensare un certo disagio, se non un senso di colpa, per l’essere lontani dal nostro paese che sta soffrendo sotto l’assedio del terrorismo.

Io mi sono fatta nove ore di pullman all’andata, sono stata in piazza per quattro ore, e sono poi tornata subito in pullman, una sfacchinata che non so neanche se lo farei per un innamorato.  Avevo bisogno di stare in quella piazza vicina agli italiani che condividano gli stessi valori ed ideali, e che non danno per scontato le libertà ed i diritti per i quali l’umanità ha lottato per secoli.  Volevo vedere le nostre bandiere intrecciarsi in quel vento così forte che ha giocato un meraviglioso ruolo coreografico.  Stentavo a vedere il palcoscenico ed il maxi-schermo, la mia vista ostacolata dal mare delle nostre bandiere che si abbracciavano ondulando assieme nel vento, che era però precisamente il motivo per il quale eravamo tutti lì.

In kindred spirits,

Sandra Giovanna Giacomazzi
Professoressa di Diritto ed Economia, Liceo Europeo Umberto I, Torino

Novembre 2001

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