Le sinistre deboli di idee, forti d’insulti (
Ragion politica, 17 dicembre 2004)
Ha ragione Paolo Guzzanti. Una sinistra cosi debole di idee
e cosi forte di insulti può solo essere spinta ad agire in tal modo
dalla propria disperazione. E non è solo la sinistra italiana
a disperarsi. Anche quella americana sta dando prova del suo smarrimento
attraverso l’arte dell’ingiuria, anche se non arriva mai agli estremi italiani.
Per esempio, mai un membro del Congresso americano oserebbe non
onorare i soldati morti in terre lontane, come hanno fatto alcuni parlamentari
italiani con i soldati morti a Nassyria.
Però, i galoppini extraparlamentari oltreoceano si danno
tanto da fare quanto quelli italiani a mandare messaggi meschini che rivelano
il loro spirito maligno e di “poor loser”: cattivo perdente.
L’altro giorno dagli Stati Uniti ho ricevuto una di quelle e-mail
che circolano tanto a catena. Divideva l’America in stati blu (democratici)
e stati rossi (repubblicani) consolandosi così: “Noi (democratici)
abbiamo il controllo dell’80% dell’acqua potabile, più del 90% della
produzione di ananas e lattuga, 92% della produzione di frutta fresca, 93%
dei carciofi, 95% dei vini di qualità, 90% dei formaggi, 90% dell’industria
high-tech, tutte le sequoie e i condor e tutte le università Ivy League
più Amherst, Stanford, Berkeley, CalTech e MIT. Possiamo vivere bene
anche se con semplicità.”
“Loro (i repubblicani) hanno l’88% degli obesi americani, il 92%
delle zanzare, il 100% delle trombe d’aria, 90% degli uragani, 99% dei Battisti
del Sud (protestanti), 100% degli evangelisti televisivi, Bob Jones University
e l’Università della Georgia. Un prezzo molto alto da pagare per avere
il controllo della presidenza.”
Snobismi penosi che mi fanno venire in mente la battuta di non
mi ricordo chi che l’anno scorso diceva che con la gente di Forza Italia
non si poteva andare a cena. Oppure quella di un mio collega, insegnante
di filosofia e sindacalista, che diceva che “Il Giornale” era un giornale
illeggibile, un giornale che andava bene per i macellai. Poi, rendendosi
conto di averla sparata un po’ grossa, ha cercato di migliorare la situazione,
peggiorandola ulteriormente: “Per carità, non ho niente contro
i macellai, anzi, sono molto affezionato al mio. Ma noi siamo professori,
non possiamo mica metterci sullo stesso piano con gente che passa la giornata
squarciando la carne.” Ha detto proprio così. Poi scoprii
che stava giudicando “Il Giornale” e il suo target massimo senza averlo mai
letto, senza averlo mai tenuto fra le mani.
Un altro messaggio da oltreoceano offriva altre statistiche, pervenute
da chi sa quale fonte, secondo le quali il popolo di Kerry si consolava denigrando
il popolo di Bush. “Il 38% crede che Giona fu ingoiato sul serio da
una balena. Il 62% crede che la vita sia sacra, salvo quando si tratta
della pena capitale o della legge sulla detenzione delle armi. Il 44%
crede che l’evoluzione sia solo una teoria e il 61% crede che Bush sia una
persona con principi morali.”
Però, devo dire, delle tonnellate di e-mail che ho ricevuto
dai militanti democratici, prima, durante e dopo le elezioni presidenziali,
mai una raggiungeva un sentimento di odio verso Bush come l’odio verso Berlusconi
manifestato da un messaggio che ho appena ricevuto via sms:
“Ogni volta che invii questo messaggio, Berlusconi perde un minuto
di vita. Se contribuisci anche tu a questa nobile iniziativa, per Natale
ce lo leviamo dai coglioni.”
Gli autori di questo messaggio non sono gli unici ad augurare
la morte del presidente del consiglio. Recentemente per celebrare il
loro quarantesimo anniversario, i membri di Magistratura Democratica hanno
organizzato un convegno al quale hanno invitato Dario Fo per dare un po’
di allegria all’avvenimento. Costui ha preparato uno spettacolo il
cui tema era l’augurio di una condanna per l’illustre imputato. Secondo
il reportage di La Repubblica, la favola di Fo raccontava di un “gran signore
e imprenditore che si butta in politica e ha pure successo”, il quale “prende
come assistenti degli avvocati”, ma “nel momento del suo massimo splendore…muore”.
Tutto a suon di risate e applausi da parte dei “magistrati democratici”.
Bisogna proprio essere ai ferri corti d’idee se l’unica soluzione
che hanno da offrire per i problemi del Paese, è di augurare la morte
dell’avversario attraverso la tecnica della catena di Sant’Antonio o di una
farsa di Dario Fo. Ma forse non dovremo stupirci di una tecnica politica
così poco ortodossa. Dopo tutto, il loro leader non è
solo quello che scende nel campo delle bassezze con la battuta sui “mercenari”
di Forza Italia. E’ anche quello che affrontava il terrorismo degli
anni settanta con le sedute spiritiche.
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