La sinistra: venditori di aria fritta, inventori di acqua
calda, Ragion Politica, 26 marzo 2005
Prima la sinistra pretendeva di venderci aria fritta, adesso si
presentano come gli inventori dell’acqua calda. Insomma, prima ci dipingevano
l’altra parte della cortina di ferro come il paradiso terrestre dove si divideva
la torta in parti virtuosamente uguali e facevano finta di non accorgersi
che la torta viziosamente disuguale da questa parte della cortina, era, però,
molto più grande, e che anche la fetta più piccola era sempre
molto, ma molto più grande delle fette dell’altra parte. In
breve, hanno letto Marx e l’hanno bevuto credendo che fosse acqua santa;
ma forse era acquavite a giudicare di quanto abbia annebbiato la loro vista,
la loro capacità di guardare la realtà in faccia. Per
non parlare delle mostruosità che hanno fatto finta di ignorare.
Anzi, parliamone pure, perché sono proprio quelle l’acqua calda che
inventano oggi.
Mi riferisco a Gianni Oliva, Gianpaolo Pansa e Lucia Annunziata
che pagano un prezzo alto per raccontarci ciò che chi non è
di sinistra racconta da anni. Il prezzo che pagano è di essere
tacciati di revisionismo dai vecchi compagni di strada. Chi li ha preceduti
era invece incolpato di fascismo. Vale la pena, però, di pagare
il prezzo perché le ricompense sono grandi: contratti editoriali invidiabili
presso le case editrici più quotate del Paese, editoriali e recensioni
in prima pagina, convegni a go-go.
Gianni Oliva ha pubblicato due libri con la Mondadori che parlano
delle Foibe: uno intitolato appunto, “Foibe. Le stragi negate degli italiani
della Venezia Giulia e dell’Istria”, in cui racconta come furono colpiti
dalle stragi non solo collaborazionisti della repubblica di Salò,
ma cittadini comuni e addirittura partigiani, membri dei comitati di liberazione
nazionale e comunisti contrari alle cessioni territoriali. L’altro
si chiama “Profughi” e racconta il destino dei 300.000 sopravvissuti di ogni
classe sociale, costretti ad abbandonare le loro terre, a fuggire dalle repressioni
e stermini di Tito.
Anche Gianpaolo Pansa ha pubblicato due libri (Sperling &
Kupfer) che hanno suscitato controversie fra le sinistre. “Il sangue
dei vinti” racconta l’altra faccia di una medaglia che prima era un tabù
girare: le vendette, le violenze e gli assassini di cui erano vittime i fascisti
da parte dei partigiani dopo il 25 aprile. Nel suo nuovo libro “I prigionieri
del silenzio”, spalanca un’altra porta rimasta sigillata per troppo tempo:
racconta il dramma dei soldati rossi sicuri della loro vittoria che finiscono
sotto la tirannia di un altro regime rosso e che sono messi a tacere dai
loro stessi capi.
Non c’è dubbio che i libri di Oliva e di Pansa abbiano
il merito di essere di grande valore storico, opere esaurienti e ben documentate.
Ma la domanda è: perché loro sí e altri no?
E’ puro caso? E’ vero allora che “la destra” è capace di produrre
beni e servizi di consumo, ma non a creare cultura? O è la solita
questione di egemonia della sinistra? Se fanno loro le riforme, non
succede nessun subbuglio. Se fanno loro la guerra in Kosovo, in piazza
non ci va quasi nessuno.
Sappiamo che Berlusconi è l’editore della Mondadori.
Sarà che la redazione della casa editrice sia piena di redattori di
sinistra, come Mentana che dirigeva Canale 5? O forse la cultura di
“destra” o meglio “non di sinistra” è semplicemente vittima delle
leggi del mercato? I redattori delle case editrici, di destra o di
sinistra che siano, sanno intuire lo scalpore che suscita la sinistra che
critica se stessa. Lo stesso identico libro scritto da una mano di
destra non farebbe parlare di sé nella stessa misura. Insomma,
si tratta di pubblicità gratuita. Lo scandalo e lo scalpore
sono come il sesso, si vendono bene.
Per quanto riguarda, invece, l’ultima uscita di Lucia Annunziata,
il titolo è fantasioso quanto quello precedente chi si intitolava
“No”. Questa, invece, si chiama “La sinistra. L’America. La guerra.”
Se i libri di Oliva e di Pansa hanno il merito della documentazione storica,
quello di Annunziata è davvero semplicemente acqua calda imbottigliata
e confezionata. La bottiglia: la sinistra pacifista arcobalenata
è tutt’altro che pacifica. E’ violentissima, rosso-brigatista
e molotov-tirante da sempre. La confezione: La sinistra sostituisce
la realtà con le proprie speranze attraverso politiche deformanti
e idee “complottarde” che servono a seminare odio. Grazie, Lucia, senza
te, non ci saremmo mai arrivati a scaldare queste due acque!
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