I radicali sull’orlo di una crisi dei nervi (L'Opinione
della Libertà, 6 novembre 2004)
In quattro giorni di congresso all’Hotel Ergife quante anime tese
e quanti musi lunghi: una tristezza unica. Ci sarebbe ogni ragione
per prevedere lo scioglimento, la dissoluzione definitiva del Partito Radicale.
Non si capisce quale sia il filo conduttore che leghi tante anime cosi disgregate,
quale sia la colla che cementi persone così opposte. Non è
neanche la personalità di Pannella perché le divisioni riguardano
anche la sua persona: c’è una spaccatura spaventosa e litigiosissima
fra chi è riverentemente pannelliano e chi è visceralmente
anti-pannelliano.
Ma oltre al rapporto con il loro leader storico, i radicali sono
divisi anche su tutto il resto: progetti, visioni, politica, direzione.
C’è chi vorrebbe allearsi con il centro destra. C’è
chi vorrebbe allearsi con il centro sinistra. C’è chi vorrebbe
allearsi con la destra o la sinistra pur di uscire dalle piazzate adolescenziali
per fare politica da adulti seduti in parlamento. C’è chi disdegna
questa disponibilità di comportarsi come una puttana qualunque vendendosi
al miglior offerente pur di acquisire un posto in poltrona. C’è
chi della politica non gliene frega più niente, ma preferirebbe vedere
il partito trasformarsi in movimento per combattere per la ricerca scientifica.
In ogni modo a giudicare da un sondaggio informale gli iscritti
presenti al congresso tendono più verso sinistra che destra.
Alla domanda “Se fossi un cittadino americano per chi voteresti?” solo il
16,7% ha detto che avrebbe votato per Bush, nonostante il filoneoconismo
del segretario.
C’è Emma Bonino che farebbe volentieri il ministro, tant’è
vero che la chiamano dalla Farnesina, un giorno sì e l’altro pure,
ogni volta che hanno qualche problema con gli arabi. Anzi sarebbe anche
disposta a fare il presidente del consiglio, perché no?
E poi c’è Marco Pannella che fa i distinguo fra essere
anti-cristiano ed essere anti-cattolico e propone di inaugurare il 2005 come
l’anno anti-clericale.
Come spesso succede in tutte le famiglie, quest’anno Mamma Emma
e Papa Marco si sono scambiati i ruoli. Questa volta a bacchettare
pubblicamente in modo spietato i figli ribelli è stata Emma.
Molto diverso dall’anno scorso quando è stato Marco a svolgere questo
compito e quando Emma aveva espresso il suo disappunto in merito con la sua:
“Marco, non mi sei piaciuto”, prima di ritornare nel suo autoesilio egiziano.
L’aria pesante e divisa del congresso è durata fino alla
fine, quando i congressisti hanno votato per ben quattro liste per le quali
a malapena bastavano le firme!
L’ironia della sorte voleva che negli stessi giorni nello stesso
albergo abbia avuto luogo il primo congresso mondiale della Commissione per
Giustizia e per la Pace della Chiesa Cattolica. C’erano preti e vescovi
di tutto il pianeta. Ogni volta che prendevi l’ascensore o ti trovavi
nell’atrio ti riempivano il viso di sorrisi, la bocca di allegra conversazione,
e il cuore di vitalità. Roba da far venire voglia di convertirsi
o per lo meno di cambiar congresso!
Ha ragione Arturo Diaconale: “Nei Radicali Italiani nulla si crea,
nulla si distrugge e tutto rimane immutabile.” Insomma la situazione
dei Radicali è ancora peggio delle parole tante volte profetiche di
Tomasi di Lampedusa. Anziché cambiare tutto, affinché
nulla cambi, i Radicali nulla cambiano.
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