Pannella, prostituzione o protagonismo?,
(Legno Storto, 13 marzo 2005)
Dopo qualche settimane di lontananza oltreoceano e di disintossicazione
dal tam-tam della politica italiana, torno e la prima notizia che ho sentito
su Radio Radicale è stata: “Pannella farà l’accordo con l’Unione”.
La primissima cosa che mi è passata per la mente era che si trattasse
di una di quelle trasmissioni vecchie presa dai loro ricchissimi archivi
e che l’Unione fosse quella Sovietica. Ve lo giuro. Chi sa che
putiferio sarà scoppiato per l’ennesima e analoga battuta di Berlusconi!
Insomma, ancora una volta la cronaca politica dà ragione a Tomasi
di Lampedusa. In Italia tutto cambia perché niente cambi.
Negli ultimi tempi la coalizione di sinistra sta cambiando nome
come se stesse provando degli abiti in un camerino: Uniti nell’Ulivo
che invece più disuniti non si può, la GAD, che si confondeva
con il Gad (Lerner) e la FED che ricordava Alan Greenspan,
Un mio studente aveva suggerito che si chiamassero con un nome
palesemente semplice: “Quelli di Sinistra”. Ma poi ne ho letto
uno ancora migliore. Con un’autoironia tanto amara quanto inedita,
sulle pagine di Micromega, Marco Travaglio suggeriva “L’Inciucio di Sinistra”.
Ma forse avrei un nome ancora più indicato alla loro identità
perduta. Negli Stati Uniti quando non ci si ricorda il nome di qualcuno,
si dice, “What’s his name” come se fosse un appellativo. Chiamiamoli
quindi “I Comesichiamano”. Come nome per loro andrà sempre
bene.
Quando sono partita per gli Stati Uniti, Pannella era sul punto
di fare l’accordo della cosiddetta “ospitalità” con il centrodestra.
Al mio ritorno sperava di farlo con il centrosinistra. Solo che gli uni come
gli altri si sono accorti che rischiavano di perdere più voti di quanto
ne guadagnano. Come una donna di facili costumi, Pannella si voleva
dare al miglior offerente. Ma i padroni di Casa e dell’Unione hanno
intuito che con un “ospite” che pretende di dettare la scelta dei mobili,
la disposizione dei quadri, e anche l’orario dei pasti, rischiavano che alcuni
membri delle famiglie scappassero da casa propria!
Adesso è Pannella che dice di non volere più allearsi
con nessuno. A me viene il dubbio che non abbia mai avuto sul serio
quest’intenzione. Sono i radicali giovani che vorrebbero fare politica
da adulti dentro i palazzi, sia quelli che hanno idee di destra, sia quelli
con idee di sinistra. E ce ne sono per tutti i gusti. Ma a Pannella
non interessa fare politica seduto in una poltrona. Quello che a lui
importa è di far parlare di sé, e far parlare di sé,
e far parlare ancora di sé. E in questo ha compiuto egregiamente
la sua missione. Per mesi oramai più della metà della
rassegna stampa di Radio Radicale è stata monopolizzata dalla lettura
di decine e decine di articoli nei quali i giornalisti cercavano di indovinare
con quale vento se ne sarebbero andati i radicali. Evidentemente Pannella
non aveva nessuna vera intenzione di prostituirsi ai venti. Voleva,
come sempre, essere, essere, essere protagonista.
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