I libri scolastici non sono un optional
(Ragion Politica, 19 novembre 2004)
Non è la prima volta che la verità tragicomica esca
dall’essenzialità del disegno di un vignettista. Questa volta
è dalla matita di Ettore Frangipane che raffigura un padre che si
sconsola con un amico raccontandogli di aver acquistato per suo figlio ogni
ben di Dio di gadget elettronico che il mercato ha da offrire e così
non ha i soldi per i libri scolastici.
Già, la scuola è cominciata da più di due
mese e ancora ci sono tanti ragazzi che non hanno i libri di testo.
Manca loro il più fondamentale degli strumenti didattici. Così
quando i professori assegnano una lettura in classe, o li invitano a guardare
e riflettere sull’informazione contenuta in una tabella o in un grafico del
testo, non possono farlo. Ho saputo poi che gli studenti non hanno
neanche l’obbligo di comprare i libri, poiché potrebbe trattarsi di
un onere economico per le famiglie.
Poi ci sono le famiglie che giustamente cercano di risparmiare
e quindi comprano libri usati, spesso vecchie edizioni. Il problema
minore di questo è che se l’argomento che si sta studiando si trova
a pagina 40 del testo nuovo che ha assegnato l’insegnante, ma nell’edizione
vecchia che ha comprato lo studente si trova a pagina 25, ogni volta si perde
tempo prezioso e concentrazione per cercare se e dove si trova l’informazione
che è all’ordine del giorno. Il problema maggiore è quando
il testo vecchio contiene informazioni non aggiornate, particolarmente importante
in una materia come Diritto ed Economia.
Mentre ci sono colgo l’occasione per demolire un mito. Non
so come sia possibile che si continui a propagandare informazione così
clamorosamente falsa, ma ogni tanto sento dire che negli Stati Uniti non
esistono le scuole pubbliche. Specie nel contesto “La Moratti vuole
distruggere la scuola pubblica in Italia, così ci saranno solo scuole
private come negli Stati Uniti”.
Apriti cielo e aprite le orecchie! Le scuole pubbliche in
America ci sono, eccome! Non solo: ci sono molto meno scuole
private negli Stati Uniti che in Italia, questo perché se ne sente
meno la necessità di offrire un’alternativa a quelle pubbliche.
Non ci sono tutti gli scioperi, o altri vizi, che costringono i genitori
italiani a cercare scuole più ordinate e funzionali per i loro figli.
Ma non solo le scuole pubbliche vivono alla grande negli Stati
Uniti, ma forniscono anche pranzi caldi alle mense interne e, tornando al
nostro argomento di partenza, appunto, libri gratis per tutti gli studenti.
Sì, avete capito bene. I libri sono gratis, in prestito per
tutti.
Ogni anno i testi sono distribuiti dagli insegnanti di ogni materia
ad ogni studente. Il nome dello studente e la condizione del libro
vengono registrati e si pretende che alla fine dell’anno il libro sia restituito
in una condizione tale che rappresenti l’usura di un anno. Lo
studente deve pagare il libro solo in caso di smarrimento o danneggiamento
eccessivo. Così, ricchi o poveri, diligenti o negligenti, gli
studenti hanno tutti i libri che servono a partire dal primo giorno di scuola.
Alla faccia della demagogia demonizzante della sinistra sulla
deriva democratica delle scuole negli Stati Uniti.
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