Israele Day sulla Sette
Noi che abbiamo aderito subito ad Israele Day, ma che non potevamo esserci. Noi che lavoriamo, e che non viviamo a Roma. Noi americani che abbiamo apprezzato la presenza della bandiera israeliana alla manifestazione Pro-Usa, e avremmo voluto ricambiare con la nostra alla loro. Noi che saremmo venuti lo stesso, ma che siamo in convalescenza post-operatoria con l’aggiunta di una bella colica renale, come l’americana yours truly che le scrive, eravamo molto confortati quando abbiamo saputo che avremmo potuto seguirla in diretta sulla Sette. Immagini, Direttore, la nostra delusione quando invece di vedere la manifestazione dal vivo, abbiamo assistito alle beghe di cortile in studio: tre ospite, Sandro Curzio di Liberazione, Riccardo Barenghi del Manifesto, e il rappresentante palestinese, Youssef Salman, che non facevano altro che criticare il fatto che la manifestazione si facesse. Di quelle beghe ne abbiamo già sentite e purtroppo ne sentiremo ancora. Ma non è per quello che ci siamo dati l’appuntamento con la Sette. Poi, come se non bastasse, hanno trasmesso il telegiornale nel bel mezzo del meglio. Mah! Se si copre un avvenimento dal vivo, cosa centra fare i commenti contemporaneamente dallo studio o il telegiornale come se niente fosse! Non ce l’ho con lei naturalmente, che non è il direttore della Sette. Anzi a lei rinnovo i miei complimenti: ancora una volta ha avuto il coraggio delle sue convinzioni nonostante le copiose critiche. Mi lamento con Lei solo per chiederle se non è possibile farci avere una cassetta col Foglio come aveva fatto per l’altra manifestazione. Magari ci avrà già pensato? Grazie e Shalom.
Aprile 2002
Return to home page Return to list
Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to: giogia@giogia.com