Il 25 aprile di un’americana in Italia
Di solito passo il 25 aprile chiusa in casa, insomma proprio come
Berlusconi. E secondo me, facciamo bene. A parte qualche meritevole
pellegrinaggio, da parte dei Radicali o di qualche gruppo di Forza Italia,
ai cimiteri angloamericani sparsi sulla penisola, vedere la Festa della Liberazione
sequestrata da una sola parte della resistenza, quella rossa, era già
stomachevole. Sapere che ce n’erano almeno 157 manifestazioni organizzate
in tutta l’Italia per ricordare la liberazione italiana e condannare quella
irachena, magari con qualche bandiera a stelle e striscie e stella di Davide
bruciate? No, grazie.
Preferivo consolarmi a casa con le vignette come quelle di Vincino
e Forattini di quest’anno. Quella di Vincino portava il titolo:
“Il 25 aprile pacifista” con due resistenti odierni, uno dei quali dice all’altro:
“Senza armi e senza angloamericani, ipnotizzammo le armate tedesche e liberammo
l’Italia.” Forattini invece ha disegnato un papà col figliolo
davanti a due monumenti a forma di montagna: Uno piccolo ed uno grande.
Il figlio indica quello piccolo e chiede, “Papa, cos’è questa montagna?”
Il papa risponde, “E’ il cimitero degli italiani morti per liberare l’Italia.”
Poi il figlio indica l’altra e dice, “E quell’altra più grande?” Il
padre risponde, “E’ il cimitero degli americani morti per liberare l’Italia.”
Quest’anno invece sono stata invitata a celebrare il 25 aprile
in nome dei partigiani dimenticati, quelli la cui storia era stata sbianchettata
dalla storiografia moderna sequestrata dalla sinistra. Davanti alla
casa di Edgardo Sogno, liberale e monarchico, medaglia d'oro della Resistenza
per la sua attività di partigiano "bianco" alla guida dell'Organizzazione
Franchi da lui stesso creata, fra i pochi ma buoni c’erano Francesco Forte,
presidente del Comitato Edgardo Sogno (dei Comitati per le Libertà),
Dario Fertilio (portavoce nazionale dei Comitati per le Libertà),
il Professor Pierfranco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio, il Senatore
Lucio Malan (FI), l'assessore per la cultura della Regione Piemonte Giampiero
Leo, Giancarlo Pavetto, presidente dell’Associazione Buon Governo di Torino,
e Cristina Agnello, ideatrice e redattrice del sito internet e forum www.essereliberi.com.
E’ arrivato poi Sandro Bondi, dritto da Arcore, per deporre una corona davanti
alla targa dedicata a Sogno e ricordare tutti coloro che sacrificarono la
loro vita, allora, per la nostra libertà, come quelli che fanno lo
stesso sacrificio adesso, sottolineando l’indispensabile saldatura fra l’America
e l’Europa per il futuro della nostra libertà.
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