Italian Perspectives                                    
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Al Jazeera e le succursali di casa nostra    (La Padania, 28 aprile 2004)

Se dovessimo dare un premio per perspicacia agli editoriali della settimana scorsa, dovrebbero condividerlo Angelo Pezzana e Giorgio Forattini.  Pezzana per il suo articolo pubblicato da Libero il 13/4 e ripescabile, per chi si incuriosisce, sul sito http://www.essereliberi.it, e Forattini per la sua vignetta su La Stampa di domenica 18/4 http://www.lastampa.it. 

Sono editoriali that hit the nail on the head (che colpiscono il chiodo in testa), che arrivano al nocciolo del problema dei nostri giorni e sono perfettamente complementari. 

L’articolo di Pezzana si intitola “Al Jazeera è il megafono di Bin Laden” e dice proprio quella sacrosanta verità ed altre ancora.  Denuncia i piedi di piuma con i quali l’Occidente fa autocritica (o critica Israele) per aver eliminato a suo tempo il capo terrorista Yassin. Ammonisce i benpensanti che non hanno ancora capito che in molti casi le moschee non sono più luoghi sacri, ma uffici di reclutamento.  Accusa i “cronisti” televisivi, con o senza foulard lilligruberiani (che non si è vergognata di definire, in diretta televisiva, dei terroristi e dei banditi come “resistenti iracheni” e la coalizione come “forza di occupazione”), di trasformare la “cronaca” in opinione, anzi, in propaganda ideologica, con la semplice scelta del lessico. 

Poi ci fa un dettagliato resoconto di come Al Jazeera usa le immagini come una macchina di propaganda efficientissima per dipingere i terroristi come eroi e l’Occidente come il diavolo.  Descrive l’emittente per quello che è: uno strumento non di informazione, ma di guerra, più pericoloso di un intero arsenale di armi.  E visto che il terrorismo non si combatte con le buone maniere, ma neanche solo coi carri armati, suggerisce che il più intelligente utilizzo dell’intelligence sarebbe proprio l’eliminazione di Al Jazeera. 

Ma tutto ciò, secondo la vignetta di Forattini, non basterebbe.  Nella sua vignetta, c’è una nuvoletta che va verso una voce fuori campo che dovrebbe appartenere ad uno dei parenti degli ostaggi italiani che dice: “In nome di Dio, risparmiate la vita ai nostri connazionali!  Essi non sono dei mercenari!”  Dall’altra nuvoletta escono le parole dalla bocca di un guerrigliero iracheno con la testa a teschio, kefiah al collo e mitra in mano che dice:  “Questa è la definizione che ha usato la vostra stampa e la vostra televisione di sinistra.”

Che dire?  Fatta fuori Al Jazeera, che ne facciamo poi delle succursali di casa nostra?    


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