Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 256 del 23-11-2007

Recupero urbano

Da Yonkers a Tor di Quinto

 di Sandra Giovanna Giacomazzi

Mentre gli italiani vedono interi quartieri delle loro città e periferie occupati da un’immigrazione selvaggia e un degrado e disfacimento senza precedenti, negli Stati Uniti, dopo il ricupero delle grandi metropoli con la politica dei “broken windows” e la tolleranza zero alla Giuliani già negli anni novanta, adesso è in marcia una riabilitazione delle aree urbane secondarie. Due di queste si chiamano Yonkers e Hoboken, ubicate nelle vicinanze di New York City, e famose per essere prese di mira dai comici newyorkesi che confrontavano la vita sciatta e noiosa delle due città a quella movimentata e affascinante di Manhattan. Neil Simon vinse il premio Pulitzer nel 1991 con un opera intitolata “Lost in Yonkers” o “Perduto in Yonkers” che raccontava la storia di due ragazzi mandati a vivere lì con una loro zia. L’implicazione era che non era un posto dove uno sarebbe andato volentieri a vivere. Hoboken, invece, era conosciuta come la città nativa di Frank Sinatra, di cui si diceva “se n’è andato appena ha potuto”! Entrambe le città acquisirono una reputazione ancora peggiore, quando, una generazione fa, le industrie se ne andarono e la disoccupazione aumentò insieme alla criminalità.

Adesso il sindaco repubblicano di Yonkers, Philip Amicone, se la ride perché negli ultimi dieci anni la città si è trasformata. Non è solo in salute economicamente ma sta diventando un posto non più snobbato, ma addirittura ambito dai newyorkesi che trovano inavvicinabili i prezzi delle residenze del vecchio Greenwich Village, una volta considerate “boheme”. Eric Kaiser è il costruttore e fondatore della REMI, che ha aperto progetti sia in Yonkers che in Hoboken. Quando ha visto gli edifici, fabbriche e magazzini, arrugginiti e abbandonati, ha subito capito il potenziale e ha colto l’opportunità. Qualunque località a mezz’ora dalla città vale molto, ma qui si trattava di un’ubicazione “waterfront” sulla riva del fiume Hudson di fronte a Manhattan, quindi sull’acqua e con una vista impagabile. La popolazione di Hoboken è poco meno di 40,000 abitanti, la maggior parte di cui lavora in Manhattan. In 10 minuti di traghetto, con la borsa 24 ore o lo zainetto, sono all’ovest del Midtown, in pieno centro. Ma c’è anche chi sta facendo il pendolarismo al contrario, come, per esempio, la casa editrice, Wiley Publishing. Dopo quasi due secoli a Manhattan, hanno deciso di costruire una nuova sede mondiale. Hanno scelto Hobekon per tre motivi: la vista è stupenda, i costi a metro quadro sono la metà, e lo stato di New Jersey ha offerto delle agevolazioni fiscali.

Se Hoboken è stato costruito come un altro “neighborhood” in New York coi suoi tipici palazzi “brownstone”, Yonkers, invece, è una città propria, la più grande della contea di Westchester, con 200.000 abitanti, la quarta città dello stato di New York. Quasi tutte le fabbriche lungo il fiume sono chiuse da un pezzo il che ha voluto dire la perdita di posti di lavoro per una generazione, ma adesso significa un’opportunità di ricuperare 4½ migli di proprietà “waterfront” sempre sulla Hudson. Ci sono viste magnifiche: dai grattacieli di NYC alle colline di New Jersey. Yonkers stessa è conosciuta come la città più collinare degli Stati Uniti dopo San Francisco. E presto la città avrà anche un nuovo fiume. Il vecchio Saw Mill River che è stato coperto all’inizio del ventesimo secolo, per evitare le inondazioni, sarà ripristinata per fare una zona pedonale lungo il fiume. Hanno già cominciato a costruire qualche progetto residenziale di lusso lungo il fiume, ma ci sono tanti altri progetti in sviluppo: costruzioni residenziali per tutte le tasche, un museo d’arte e uno stadio per le lega di baseball minore.

Ma per molti il simbolo del futuro di Yonkers si trova già sul molo: l’ultimo ristorante di Peter Xavier Kelly, un famoso che della Hudson River Valley che è tornato alla sua città di nascita per aprire il suo quarto ristorante a cinque stelle che si chiama X20. Altroché Veltroni e il suo fumo di un festival di cinema, ci vorrebbe un sindaco come Amicone per trasformare il lungotevere di Tor di Quinto dal suo squallore.


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