Italian Perspectives                                             
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

West Wing in the classroom  (Il Pungolo, 1 luglio 2005)

Durante l’ultima settimana di scuola i miei studenti mi hanno chiesto se potevamo vedere un film in classe.  Volendo assecondare la loro richiesta, unendo l’utile al dilettevole, ho registrato una puntata di “West Wing: Tutti gli uomini del Presidente”, un telefilm americano che danno su Rete 4.

Per chi non lo conosce, West Wing si svolge, appunto, nell’aula ovest della Casa Bianca dove si trovano gli uffici del Presidente e tutto il suo staff.  La serie permette di conoscere, da “insider”, il funzionamento della Casa Bianca e tutto il suo interagire con le altre istituzioni e con le diplomazie estere.

Nacque nel 1999, alla fine del secondo mandato di Clinton, e la vaga ispirazione alla sua presidenza è evidente.  Martin Sheen è decisamente un presidente democratico.  Non proviene dall’Arkansas, ma dal New Hampshire.  La First Lady non è un avvocato, ma medico.  Il suo staff è particolarmente giovane, brillante e dinamico, un trademark dell’amministrazione Clinton.  La serie, però, continua ancora oggi, nonostante nel frattempo si siano susseguite due amministrazioni repubblicane.

Ed è per questo che la puntata che ho registrato per i miei studenti era così pertinente.  In questa puntata il Presidente si accingeva a decidere se intervenire militarmente o meno in un Paese africano, iniziativa che era piuttosto criticata anche da molti membri del suo staff.  Finalmente , il Presidente ha comunicato loro la sua decisione in favore al intervento con il seguente discorso:

“Noi siamo a favore della libertà di d’espressione ovunque.  Noi siamo per la libertà di religione in ogni luogo.  Noi siamo per il diritto all’istruzione per tutti.  Però, poiché nei tempi nostri, tu puoi costruire una bomba nel tuo Paese ma farla scatenare nel mio, ciò che succede nel tuo Paese diventa affare mio.  Quindi noi siamo per la libertà da tirannia, dappertutto, che sia nella sembianza di oppressione politica, o schiavitù economica, o fanatismo religioso.  Però, un’idea così fondamentale non può essere affrontata con il nostro mero appoggio.  Dev’essere affrontata con la nostra forza: diplomatica, economica, militare.

Suona familiare?  Vi sembra la Bush Doctrine piuttosto che la Martin Sheen Doctrine?  E come se gli autori della serie volessero comunicare qualcosa che sarebbe stato un interessante messaggio per la sinistra italiana così perdutamente innamorato di Kerry.  Chiunque sia presidente, repubblicano o democratico, quando si tratta della sicurezza nazionale, dopo l’undici settembre, la reazione sarebbe la stessa:  senza macchia e senza paura, tirar fuori le unghie e l’esercito.

Come mai un telefilm così educativo riguardo al funzionamento e ai valori democratici è stato collocato nel cuore della notte anziché nel Prime Time?  Domanda che sarebbe da fare al titolare di Mediaset!



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