Ciò che più ha dato fastidio dei cinque anni
di militanza
antiberlusconiana ad oltranza condotta dalla sinistra, è stata
la conseguente
espropriazione della nostra libertà di critica. Sì,
perché, se avessimo
criticato tutto quello che non ha fatto il governo e che avrebbe dovuto
fare, o
tutto quello che ha fatto e che non avrebbe dovuto fare o avrebbe
dovuto fare
meglio, si pensava che tutto ciò sarebbe diventato carne da
macello che sarebbe
stata macinata e usata dalla controparte in modo propagandistico. E,
quindi,
abbiamo taciuto o, quando abbiamo criticato, l’abbiamo fatto in modo
“soft”,
per non troppo infierire, anche quando avremmo voluto urlare. Dico
“noi” perché
so di non essere la sola ad aver agito così. Qualche mese prima
delle elezioni
mi sono promessa che dopo il voto, comunque fosse andato, avrei tolto
il
bavaglio, e oggi comincio a mantenere quella promessa criticando il
governo
uscente per aver perso tanto tempo a creare una legge elettorale
aberrante.
Avrebbero sfruttato molto meglio i propri sforzi, meccanizzando le
votazioni e
gli spogli. Sì, perché se ciò che hanno fatto con
la legge elettorale è stato
un boomerang per il presente, ciò che avrebbero potuto fare con
la
meccanizzazione sarebbe stata una garanzia anche per il futuro.
Sono due anni che mi presto a fare la rappresentante di lista, e sono
rimasta
sbalordita dall’eccessiva burocrazia, dalla confusione generale
riguardo alla
procedura, dalla differenza nello svolgimento dello spoglio da sezione
a
sezione. Per non parlare delle molteplici possibilità di errori
con un
presidente, un segretario e quattro scrutatori per ogni sezione, tutti
stremati
dopo due giorni di vigilanza. Ognuno di essi, poi, che possiede le sue
preferenze per i candidati imparziale non è. Per di più,
anche se quest’anno
alcuni scrutatori sono stati inseriti dai vari partiti,
tradizionalmente chi fa
quel lavoro proviene dall’area del centrosinistra come anche la maggior
parte
dei rappresentanti di lista. Essendo maggiormente collocati come
lavoratori dipendenti
nel settore pubblico, possono permettersi di dedicare un paio di giorni
della
propria vita alla gestione delle attività elettorali. Anzi,
farlo torna a
vantaggio dei loro conti personali, giacché hanno il diritto ad
un giorno
retribuito. E così si scopre che la sinistra non solo occupa la
magistratura,
la scuola, le università, e i mass media, ma anche il processo
elettorale!
L’elettorato del centrodestra, composto maggiormente da lavoratori
autonomi e
da liberi professionisti, non può permettersi di assentarsi dal
lavoro per un
paio di giorni. Quindi, la soluzione non è di chiedere un tale
sacrificio
all’elettorato del centrodestra per svolgere queste funzioni come fa la
controparte. La soluzione è la meccanizzazione sia delle
votazioni sia dello spoglio.
Così non solo si eliminerebbe il pericolo degli errori umani ma
si ridurrebbe
al minimo un costo esorbitante. Sei persone per ogni sezione a 150 euro
ciascuno, moltiplicato per il numero di sezioni di ogni scuola di ogni
città,
di ogni regione su tutto il territorio nazionale, fate voi il conto!
Certamente
il centrodestra ha perso una grossa occasione. Aveva il potere della
precedenza
sulle iniziative di proposte di legge. Ha meccanizzato molti servizi
nel
settore pubblico facilitando tante operazioni per tutti i cittadini, ma
non ha
meccanizzato il voto che avrebbe garantito il “fair play” nel contare i
voti
del suo elettorato, liberandoli dal dover fare da cani da guardia sulla
propria
democrazia.
Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to:
giogia@giogia.com Ritornare alla lista