Italian Perspectives                                         
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 88 del 22-04-2006

La maggioranza di scrutatori e presidenti di seggio è di sinistra. E il costo delle votazioni è esorbitante

Il voto elettronico previene i broghi e pesa meno sulle casse dello stato

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Ciò che più ha dato fastidio dei cinque anni di militanza antiberlusconiana ad oltranza condotta dalla sinistra, è stata la conseguente espropriazione della nostra libertà di critica. Sì, perché, se avessimo criticato tutto quello che non ha fatto il governo e che avrebbe dovuto fare, o tutto quello che ha fatto e che non avrebbe dovuto fare o avrebbe dovuto fare meglio, si pensava che tutto ciò sarebbe diventato carne da macello che sarebbe stata macinata e usata dalla controparte in modo propagandistico. E, quindi, abbiamo taciuto o, quando abbiamo criticato, l’abbiamo fatto in modo “soft”, per non troppo infierire, anche quando avremmo voluto urlare. Dico “noi” perché so di non essere la sola ad aver agito così. Qualche mese prima delle elezioni mi sono promessa che dopo il voto, comunque fosse andato, avrei tolto il bavaglio, e oggi comincio a mantenere quella promessa criticando il governo uscente per aver perso tanto tempo a creare una legge elettorale aberrante. Avrebbero sfruttato molto meglio i propri sforzi, meccanizzando le votazioni e gli spogli. Sì, perché se ciò che hanno fatto con la legge elettorale è stato un boomerang per il presente, ciò che avrebbero potuto fare con la meccanizzazione sarebbe stata una garanzia anche per il futuro.

Sono due anni che mi presto a fare la rappresentante di lista, e sono rimasta sbalordita dall’eccessiva burocrazia, dalla confusione generale riguardo alla procedura, dalla differenza nello svolgimento dello spoglio da sezione a sezione. Per non parlare delle molteplici possibilità di errori con un presidente, un segretario e quattro scrutatori per ogni sezione, tutti stremati dopo due giorni di vigilanza. Ognuno di essi, poi, che possiede le sue preferenze per i candidati imparziale non è. Per di più, anche se quest’anno alcuni scrutatori sono stati inseriti dai vari partiti, tradizionalmente chi fa quel lavoro proviene dall’area del centrosinistra come anche la maggior parte dei rappresentanti di lista. Essendo maggiormente collocati come lavoratori dipendenti nel settore pubblico, possono permettersi di dedicare un paio di giorni della propria vita alla gestione delle attività elettorali. Anzi, farlo torna a vantaggio dei loro conti personali, giacché hanno il diritto ad un giorno retribuito. E così si scopre che la sinistra non solo occupa la magistratura, la scuola, le università, e i mass media, ma anche il processo elettorale!

L’elettorato del centrodestra, composto maggiormente da lavoratori autonomi e da liberi professionisti, non può permettersi di assentarsi dal lavoro per un paio di giorni. Quindi, la soluzione non è di chiedere un tale sacrificio all’elettorato del centrodestra per svolgere queste funzioni come fa la controparte. La soluzione è la meccanizzazione sia delle votazioni sia dello spoglio. Così non solo si eliminerebbe il pericolo degli errori umani ma si ridurrebbe al minimo un costo esorbitante. Sei persone per ogni sezione a 150 euro ciascuno, moltiplicato per il numero di sezioni di ogni scuola di ogni città, di ogni regione su tutto il territorio nazionale, fate voi il conto! Certamente il centrodestra ha perso una grossa occasione. Aveva il potere della precedenza sulle iniziative di proposte di legge. Ha meccanizzato molti servizi nel settore pubblico facilitando tante operazioni per tutti i cittadini, ma non ha meccanizzato il voto che avrebbe garantito il “fair play” nel contare i voti del suo elettorato, liberandoli dal dover fare da cani da guardia sulla propria democrazia.


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