Italian Perspectives                                 
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Un presidente al prezzo di due  (L'Opinione, 11 gennaio 2003)

Devo soffrire dello stesso morbo di Vittorio Feltri.  Io, come lui, quando sento parlare il nostro Berlusconi finisco per essere d’accordo anche con le poche cose con cui non sono d’accordo.  Già anni fa, quando avevamo entrambi altre carriere (io e Berlusconi questa volta), trovavo seducente la sua capacità persuasiva nel presentare i palinsesti per la pubblicità.  Quando lo sento parlare, non solo non riesco a capire come la gente possa odiarlo, non capisco come faccia a non amarlo.

Poi escono i giornali il giorno dopo e si accaniscono tutti contro, a sminuire i suoi contenuti, ad esagerare i suoi difettucci da non politico che per me lo rendono più simpatico, ad interpretare ogni cosa al rovescio, ad ironizzare quando lui dice le cose serie ed a prenderlo sul serio quando invece lui ironizza.  Malintesi di proposito.  Tirano fuori una lente d’ingrandimento grande come un palazzo pur di trovarlo un difetto.  E così hanno fatto anche dopo la sua conferenza stampa di fine anno.

Per il discorso melenso e noiosissimo di Ciampi invece si sono arrampicati sui vetri per dire delle cose carine.  Ciampi, che non sa se vuole correre col coniglio e fare la caccia coi cani, e così non va da nessuna parte.  Dovrebbe rappresentare tutti gli italiani, ma finisce col suo wishy-washiness a non rappresentare nessuno.  Si dà un gran da fare cercando di instaurare il sentimento del patriottismo nei cuori degli italiani, di fare loro issare la bandiera e cantare l’inno nazionale.  Pregevole intento, forse, ma inutile.  Vengo da un Paese dove questi sentimenti sono molto sentiti (USA) e vi assicuro che sono valori che non vanno imposti dall’alto.  Nascono da un profondo rispetto verso le istituzioni perché quelle istituzioni hanno guadagnato il rispetto corrispondendo alle esigenze dei cittadini.

Per carità Ciampi non è certo il peggio che ho visto dei vostri presidenti:
Non è come quel Partigiano Pertini che era come il prezzemolo, che stava dappertutto, o come quell’Oscar del Disdicevole che ci ripeteva sempre che non ci stava.  Magari che non ci fosse stato!  L’unico che mi piaceva un po’ era quel Casse-Couille di Cossiga.  Ma visto che il Presidente della Repubblica non fa gran che, che ci sta a fare?   Viene eletto da un gruppo di presupposti rappresentanti che rappresentano più i partiti che non il popolo.  Allora tanto vale un Re.

Avete un Presidente della Repubblica e un Presidente del Consiglio:  Un servizio per il prezzo di Due.  Come la co-presenza nelle scuole fra Professori ed Educatori.  Per ogni posto di lavoro, ficcate due persone. Tanto pagano i contribuenti.  Sarà un fenomeno che nasce dal primo articolo della vostra costituzione che garantisce il lavoro a tutti, seguendo la legge del socialismo anziché quella del mercato.

Si sta parlando tanto in questi giorni della riforma dell’esecutivo.  Tutti i giornali di domenica presentavano tutte le opzioni tranne quella più auspicabile.  Come ci ha fatto notare Daniele Capezzone, nella rassegna stampa di Radio Radicale domenica mattina, a giudicare dalla lettura dei giornali sembra che siano stati accantonati tutti i metodi più popolari come il presidenzialismo all’americana e l’abolizione della quota proporzionale.  Tutti i giornali hanno presentato dei splendidi specchietti: a pagina 2 del Corriere della Sera, a pagina 6 di Repubblica, a pagina 3 della Stampa, a pagina 8 del Sole 24 Ore, a pagina 9 di Avvenire, a pagina 3 del Manifesto, a pagina 4 del Tempo, a pagina 9 del Messaggero, a pagina 7 del Giornale di Sicilia.  Tutti centrati su semi-presidenzialismo francese, sul Cancellierato tedesco, e sul premierato inglese.  La ipotesi americana sembra scartata. L’unica eccezione è stata a pagine 5 del Mattino di Napoli.

Caro Cavaliere, non ti scordar che gli italiani si sono espressi in termini molto chiari all’inizio degli anni novanta.  Non solo per quanto riguarda la riforma dell’esecutivo ma anche per il sistema maggioritario secco, con candidati uninominali mandati a Roma dai collegi e non candidati mandati ai collegi dai partiti. Per non parlare della riforma della giustizia, con la separazione delle carriere, e udienze e processi più accelerati.  E poi subito dopo hanno votato per te, evidentemente pensando che saresti stato tu il miglior esecutore di quelle riforme.  Poi i traditori della democrazia hanno fatto il ribaltone.  Ma adesso i cittadini ti hanno votato di nuovo e aspettano risultati rapidi da imprenditore che coglie l’attimo fuggente.

Forza Berlusconi, fatti coraggio, facci felice, ma soprattutto, facci queste benedette riforme!


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