L’Opinione delle Libertà, Edizione 56 del 08-03-2007
Fra il conservatorismo estremista e il
cambiamento radicale, i “riformisti”
servono solo come collante
Le tre sinistre
di Luca Ricolfi: massimalista, liberale modernizzatrice e riformista
Per Luca Ricolfi
l’Italia di oggi non ha due sinistre ma ben tre. C’è la sinistra
estremista,
massimalista, retrograda, anti-tutto: anti-americana, anti-israeliana,
anti-clericale, anti-moderna e radicalmente conservatrice, ossia quella
che lui
chiama “radcon”. Per questa sinistra del primo tipo, se da una parte
è convinta
che la società andrebbe rifatta dalla testa ai piedi, dall'altra
crede che la
maggior parte delle riforme in discussione servirebbe solo a peggiorare
le
condizioni dei lavoratori. Quindi è propensa a fermare tutti i
cambiamenti sia
che riguardino il mercato del lavoro, le pensioni, la sanità o
la scuola. Per
la sinistra radicalmente conservatrice la modernizzazione è un
segnale di
allarme di nuovi rischi e di nuova povertà. L'unica ricetta per
risolvere le
disuguaglianze è quella antica, anche se fallita, del
trasferimento delle
risorse dai ricchi ai poveri.
La seconda sinistra,
secondo Ricolfi, è l’antitesi dei “radcon”. Vorrebbe
radicalmente cambiare la società e per questo lui la chiama
“radcam”. Questa
sinistra è liberale e modernizzatrice. Predica concetti come la
concorrenza e
la competitività, la meritocrazia e gli ammortizzatori sociali,
la flessibilità
e il federalismo fiscale. Vorrebbe abbassare le aliquote e riformare il
welfare. Per questa sinistra il modo di risolvere le disuguaglianze
è
l’applicazione di un sistema basato sul merito. Non è il
cambiamento ma
l'immobilismo che confina i ceti deboli alla loro condizione
subalterna.
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