Italian Perspectives                                         
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 83 del 15-04-2006

Il tradimento degli italiani all'estero

di Sandra Giovanna Giacomazzi 

Nel giugno del 1996 i cittadini russi celebrarono un avvenimento inedito: per la prima volta parteciparono al processo democratico per eleggere il loro presidente. Quelle elezioni ebbero un interesse singolare anche per il popolo italiano all’estero. Osservarono come l’organizzazione capillare e mondiale offrì subito anche ai russi residenti all’estero l’opportunità di esercitare quel diritto, un traguardo che loro non avevano ancora raggiunto in cinquanta anni di repubblica. In quei giorni l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro si trovava a New York. Ad un incontro con gli italiani di quella città, gli esponenti di quella comunità non hanno perso occasione di chiedere quando sarebbe toccato a loro di poter votare. Il Presidente ha rifiutato categoricamente di affrontare l’argomento facendo loro capire, se mai avessero avuto dei dubbi, che il problema del voto non era né un problema economico, né uno organizzativo, ma una mancanza di volontà politica di chi riteneva di aver solo da perdere dal loro voto.

Dopo sessant’anni di attesa, gli italiani all’estero hanno potuto votare grazie ad una legge promossa dal centrodestra. La gratitudine è stata espressa in forma di beffa. Sono stati proprio quei voti prodotti da quel diritto esercitato per la prima volta che hanno determinato la sconfitta del centrodestra. Che paradosso penoso! Non si può che dedurre che siano stati la stampa e i media esteri ad aver avuto un importante ruolo nella disfatta. I giornalisti stranieri arrivano a Roma dove vengono rifocillati e ospitati e dove subiscono un lavaggio del cervello che li porta a un orwelliano rovesciamento della realtà: si legge oggi sulla stampa straniera ciò che si leggeva ieri su La Repubblica e L’Unità. Pare che due dei candidati all’estero abbiano ammesso che la loro scelta di campo dipendeva da chi sarebbe stato il vincitore. Uno deciso a priori, per intuizione. L’altro ha aspettato il verdetto finale. Alla faccia dei princìpi che sono princìpi perché principiano. Per loro evidentemente la parola principio si scrive con la “O” maiuscola: Opportunismo.
 

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