Italian Perspectives                                                
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

La tigre celtica non ruggisce più   (L’Opinione della Libertà, 2 ottobre 2003)

Nelle due settimane che ho passato a Dublino c’erano notizie d’Italia quasi tutti i giorni.  Non me lo aspettavo.  Quante volte leggiamo un articolo sull’Irlanda sui nostri giornali?  Gli articoli riguardavano non solo il fatto che l’Italia sia l’attuale titolare della presidenza europea, cioè sulla questione se si firmerà la costituzione a Roma o a Dublino, giacché la prossima presidenza tocca proprio a loro, o se la parola “cristiana” ci sarà o no nella carta.  Purtroppo c’erano anche quelle notizuccie da vignetta:  Le uscite di Berlusconi su Mussolini con richiamo al battibecco con Schultz nel parlamento europeo all’inizio del mandato, Di Pietro che raccoglie firme per abrogare il Lodo Maccanico, ma anche qualche notizia più simpatica come quella dell’uscita di un CD con le canzone del nostro premier.  Bisogna dire però che nel raccontare il gossip italico, i giornali irlandesi sono meno maliziosi, meno faziosi dei giornali francesi o anche di quelli tedeschi.  A leggere l’Irish Times o l’Irish Independent, c’e’ poca traccia d’ideologia. 

In fatti i maggior partiti irlandesi Fianna Fail, quello attualmente al potere e Fine Gael non si distinguono per le loro ideologie di destra o sinistra.  Se chiedi a chiunque, sostengono che sono entrambi “middle of the road”, partiti di centro.  I due partiti si distinguono invece per la loro origine storica.  Nati negli anni venti dopo la guerra dell’indipendenza, Fine Gael era unionista, cioè era per il compromesso che lasciava le contee del nord alla Gran Bretagna.  Fianna Fail invece era repubblicano, per l’indipendenza di tutta l’isola.  Ci sono poi dei partiti minori come il Labour Party e i Democratici Progressivi, che non sono però da confondere con i nostri progressisti.  Sono piuttosto come Bush aveva detto di essere durante la sua compagna elettorale, ma che non lo è in verità, cioè un “compassionate conservative”.  Corrisponde di più a quel nuovo “questionable” candidato, Schwarzenegger, che vorrebbe fare il governatore dello stato di California o per chi se lo ricorda, a Goldwater Republicanism: politica economica fatta con la testa, quella sociale fatta col cuore. 

In ogni modo, come tutti i popoli, anche gli irlandesi si lamentano spesso e volentieri dei loro governanti.  Ogni tanto bisognerebbe cambiarli, quando dimenticano di mantenere le loro promesse.  Gli irlandesi si lamentano soprattutto del sistema sanitario, degli scandali sessuali della chiesa come quelli negli Stati Uniti, nati dall’episodio di Boston, e anche del costo della vita.  E’ inutile che Prodi ce la conti sull’Euro come un caso che riguarda solo l’Italia.  Come presidente della commissione europea, se non lo sa lui che si lamentano gli irlandesi come anche i francesi, i tedeschi, e gli spagnoli… per dire solo quelli che so per contatto diretto. 

Fianna Fail ha goduto della fortuna di cavalcare l’onda del miracolo economico degli ultimi 15 anni che ha fatto definire l’Irlanda “tigre celtica”, come le tigri asiatiche degli anni ottanta.  Un Paese d’emigranti da secoli si è trasformato in un Paese d’immigrati, non solo di stranieri, ma anche di tanti irlandesi di ritorno.  Ma oramai è sulla bocca di tutti, la tigre non ruggisce più, ed è probabile che Fianna Fail dovrà pagare il prezzo politico anche di questo.   



Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to:

giogia@giogia.com                                    Ritornare alla lista