Italian Perspectives                                     
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Death tax revisted:  Perché noi sì e voi no.

Venerdì il Manifesto ha attaccato l’asino dove voleva complimentandosi con il Senato del mio Paese (USA) per aver rifiutato d’abolire la tassa di successione, e criticando la politica opposta applicata dal governo Berlusconi.  Roba da matti!  Il Manifesto che osanna l’America come esempio da seguire!  Solo che comparare la tassa di successione nei due paesi è come paragonare la mela con l'arancia.  Sono entrambi frutti, ma la somiglianza finisce lì.

L’anno scorso 120 degli americani più ricchi avevano firmato un annuncio nel "New York Times" protestando contro l'abolizione della cosiddetta tassa sul morto.  Per voi sembra paradossale, un agire contro i propri interessi.  Non riuscite ad immaginare un imprenditore italiano che farebbe una cosa simile.  Come mai allora questi ricchi americani volevano a tutti costi pagare questa tassa?

Di motivi ce ne sono diverse.  Uno è di etica sociale: Sanno di vivere nell'unica società che si avvicina ad un'autentica meritocrazia.  Si ricordano delle parole di Adam Smith nel suo "The Wealth of Nations": "La più assurda di tutte le supposizioni è che ogni successiva generazione non abbia un diritto uguale alla terra," concetto ribadito poi dal nostro Thomas Jefferson, "la terra appartiene ai vivi perché ne usufruiscano."  Si tratta del principio centrale delle società capitalistiche: che i privilegi sociali non devono essere distribuiti dai leader di governi o passati da padre in figlio attraverso dinastie aristocratiche.  Devono essere guadagnati, ricevuti in premio per aver contribuito alla società.

Un altro motivo riguarda questa stessa etica applicata all’educazione della propria prole: David Rockefeller, Warren Buffet, e i loro pari sanno che i loro figli erediteranno più soldi di quanto non potranno mai spendere, e non vogliono aggiungere altro ad un livello di benessere economico che è già fin troppo demotivante. Vorrebbero vedere i loro figli offrire un contributo alla società che con loro è stata così generosa.

Ancora un movente riguarda la struttura filantropica negli Stati Uniti.  In Italia, chi non voleva pagare troppe tasse allo Stato gli portava il denaro all’estero.  In America, almeno dai tempi di Carnegie, lo da in beneficenza.  Senza i loro soldi i musei, le università, le troupe teatrali, le orchestre, etc., non potrebbero esistere.  Se abbiamo gli ospedali e le università più attrezzati del mondo è sopratutto grazie a loro.

In Italia il centrodestra aveva ragione a voler abolire del tutto la tassa sul morto; gli italiani sono già stratassati da vivi.  I ricchi in America invece sono favoriti dal fisco.  Pagando meno tasse da vivi, possono anche tollerare una tassa salata da morti.

Insomma il punto è: Voi non potete permettervi una tassa sui morti.  Noi non possiamo permetterci di farne a meno.



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