L’Opinione delle Libertà, Edizione 266 del 10-12-2008
Scelte insolite nella composizione
della nuova amministrazione Usa
La “squadra dei
rivali” di Barack Obama
Durante la
campagna elettorale ne abbiamo sentite di tutti i colori a proposito di
Barack
Obama: “Non sono tempi che possono permettere un apprendista come
Presidente”.
Obama “oscilla dal ritenere che la mediazione e gli incontri senza
precondizioni possano risolvere i problemi internazionali più
spinosi, all’idea
di intraprendere azioni unilaterali senza la collaborazione dei nostri
alleati
nella regione più delicata del mondo”. “Ho partecipato a
negoziazioni per il
rilascio di ostaggi che sono state molto più civili”.
Esternazioni di
Repubblicani? Niente del genere. Sono tre citazioni di esponenti
democratici
che ora sono membri della sua squadra. La prima proviene da Joseph
Biden, il
senatore del Delaware, l’uomo che Obama ha poi scelto come suo vice. La
seconda, da Hillary Clinton, senatrice di New York, che sta per
diventare il
suo Segretario di Stato. La terza, da Bill Richardson, governatore del
New
Mexico, appena nominato Segretario del Commercio la settimana scorsa.
Ma oltre
a creare un gabinetto di ex rivali, Obama lo sta riempiendo di “pesi
massimi”.
Per l’economia, la scelta di Tim Geithner come Segretario del Tesoro,
Larry
Summers come capo del National Economic Council, Christina Romer come
“chair”
della squadra del Council of Economic Advisors, e Paul Volcker alla
testa della
Economic Recovery Board, quattro personaggi forti con opinioni
contrastanti, la
dice lunga sul fatto che il neo-eletto presidente non vuole sentire
solo una
campana prima di prendere le sue decisioni.
Quanto agli esteri,
in un articolo su “The Washington Post” venerdì scorso,
Henry Kissinger ha spiegato come, benché la scelta di “individui
con un certo
seguito autonomo” per la squadra della sicurezza nazionale, sia una
violazione
di una delle “massime di saggezza convenzionale”, potrebbe essere un
“prerequisito di creatività” in tempi particolarmente
pericolosi. Si riferiva,
naturalmente, a Hillary Clinton come Segretario di Stato, alla
continuazione
del mandato di Robert Gates come Segretario della Difesa e alla
designazione
inedita di un generale del calibro di James L. Jones, ex comandante dei
marine
e della Nato, alla direzione del National Security Council. I liberal
sostenitori di Obama si lamentano che tutti questi personaggi del
passato non
rappresentano il “change” che auspicavano. A loro il Presidente eletto
ha già
risposto: ho vinto con il 53%. Questo significa che il 46 o 47% del
Paese ha
votato per John McCain. La verità è che queste scelte
corrispondono
all’adempimento di una delle sue promesse elettorali. Già a
gennaio quando gli
fu chiesto quali fossero i libri che gli sarebbero stati utili se fosse
stato
eletto, lui rispose una biografia di Abraham Lincoln di Doris Kearn
Goodwin
intitolata “Team of Rivals”, “Squadra di Rivali”. Apprezzava la
capacità di
Lincoln di portare nel suo governo i suoi oppositori, sentendosi
abbastanza
sicuro da volere vicino a sé anche voci dissenzienti.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista