Tra sogno e incubo (L’Opinione, 16 aprile 2003)
I have a dream… No, non sto citando il famoso discorso di Martin Luther King. Sono io che ho un sogno, anzi da un po’ di tempo ne ho due. Da quando è iniziato la seconda Intifada, ho un sogno per Israele. Nel mio sogno Israele si solleva e si trasloca nel deserto della California dato in dono dagli Stati Uniti, o per fare un cinquantunesimo stato o per ricostruire uno Stato loro, come vogliono. Poi il mio sogno fa un fast forward nel futuro di una decina d’anni. Il deserto della California è diventato un giardino e sono state costruite delle città moderne, con tutti i loro servizi ed il loro benessere. In seguito c’è un “dissolve” cinematografico e ci si sposta in Medio Oriente nella terra dove prima stava Israele, ma dove nel mio sogno sta la nuova Palestina. I palazzi delle città sono in uno stato di sfacimento, le istituzioni non ci sono più, gli ospedali e le scuole sono diventate delle stalle o dei luoghi di abitazione comuni, il deserto ha riconquistato il suo habitat, e il verde e il profumo e i colori dei fiori sono scomparsi.
L’altro mio sogno è apparso negli ultimi mesi, coll’insediarsi dell’isteria di massa ed il diffondersi di un sentimento spaventosamente anti-americano. In questo secondo sogno sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, e Australia, insomma tutto il mondo anglosassone, a sollevarsi, e se ne vanno a stare nel mondo parallelo dall’altra parte dell’universo. Da lì di nuovo il fast forward nel futuro, dove le nostre istituzioni sono migliorate, i problemi dell’ambiente sono risolti, dove tutto ciò che è migliorabile della nostra civiltà è migliorato. Ma c’è anche un vuoto spirituale, una nostalgia per le nostre radici culturali lontanissime, non più varcabile con una semplice attraversata d’oceano. E oltre alla nostalgia, c’è una profonda tristezza, perché dall’altra parte dell’universo riusciamo a vedere il nostro vecchio mondo. L’Europa è oramai islamizzata, occupata, senza nessunissima guerra, ma una pacifica colonizzazione, un semplice ribaltamento demografico che diventa rovesciamento democratico. Anche lì i palazzi, da millenni di storia, decadono, le istituzioni scompaiono, e i nostri fratelli europei sono piegati dalle leggi della Sharia.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista