Italian Perspectives                                     
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Gli scrutini di Marrakech   (L'Opinione, 19 giugno 2003)

Non so se i lettori riescono ad immedesimarsi, a capire come per un’americana il rito degli scrutini scolastici italiani sembri un esercizio inutile, un’esercitazione da teatro dell’assurdo, un mercanteggiare da bazar di Marrakech. Da noi i voti che ogni professore dà ad ogni studente sono una cosa sacrosanta, privata, scritta nella pietra del hard drive, una cerimonia consacrata in cinque minuti davanti al computer. Nella scuola dove io insegno, gli scrutini sono programmati per durare un’ora e mezza, ma con tutti gli inceppamenti e gli intralci, possono anche durare il doppio. Quante chiacchiere si fanno sulle medie matematiche e le medie pesate e chi ha colmato il debito di filosofia! Chi sa poi perché bisogna dare solo numeri tondi. C’è una bella differenza fra un 7, un 7.33, un 7.67, e un 8, ma sulla pagella puoi mettere o 7 o 8, ed ogni insegnante ha i suoi propri criteri per decidere di portarli in giù o in su. E così comincia il traffico delle frazioni dei punti, il baratto dei decimali fra i colleghi d’ogni consiglio di classe. Per non parlare delle quinte dove il linguaggio ricorda i quiz televisivi. Quanti crediti ha Pinko Palino? Può accedere al bonus? Gli manca qualche punto per passare alla fascia successiva? Ciò che trovo peggio di tutto è il voto di condotta. Da noi il voto di condotta è ben articolato e riguarda il comportamento, l’atteggiamento, ed il rendimento degli studenti.

Ogni insegnante mette i suoi voti al riguardo e aggiunge anche un paio di righe discorsive. Qui è un voto collegiale fatto a maggioranza. Insomma se uno studente si comporta da bestia maleducata nella mia classe e come un angelo coi miei colleghi, non sono d’accordo che prenda un 10 dopo avermi fatto passare momenti penosi per tutto l'anno. E viceversa, se uno studente si comporta male coi colleghi ma da me è uno studente modello, non mi va di dovermi accordare per dargli un brutto voto. Cosa vogliono poi dire questi numeri? Giacché vanno fino a 10, pensavo che corrispondessero ai voti di rendimento per le materie. Invece ho scoperto che non si dà mai meno di un 7. Quando ho suggerito un 6 per uno, che secondo me andava anche sospeso, qualcuno ha fatto la battuta che per meritare un 6 doveva come minimo violentare una professoressa! Mi devo per forza fare coraggio. Ho già fatto due scrutini di fine anno, ma con 10 classi, me ne toccano ancora 8! L’altro giorno, durante l’eterna attesa per firmare il tabellone finale, qualcuno ci ha letto i nostri oroscopi celtici. Ho scoperto che il mio albero è il sorbolo e che oltre ad essere passionale, pare che non perdoni! Chi sa cosa scoprirò ai prossimi scrutini!



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