Italian Perspectives                                             
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Sciogliere Schengen?  (Ragion Politica, 29 luglio 2005)

Giorgio La Malfa ha espresso il suo rammarico per il fatto che la Francia e l’Olanda abbiano agito da sole decidendo per conto proprio una temporanea sospensione degli accordi di Schengen.  La Malfa avrebbe preferito una decisione presa “tutti assieme”. Evidentemente il Ministro delle Politiche Comunitarie si scorda dei tempi interminabili necessari per le decisioni multilaterali, conclusioni che arrivano quando ormai le situazioni contingenti sono completamente cambiate, tali da rendere quelle decisioni inutili se non controproducenti.

Gli stessi accordi di Schengen sono un esempio clamoroso di lungaggini arrivate a conclusione quando, più che la misura, sarebbe stato opportuna la contromisura.  Dalla sua concezione nel 1985 ci vollero 10 anni alla sua pratica applicazione nel 1995, quando ormai la situazione geopolitica europea e mondiale aveva subito cambiamenti radicali inimmaginabili negli anni Ottanta.

Quando i primi Paesi, la Repubblica Federale Tedesca, la Francia, il Belgio, il Lussenburgo e l’Olanda, firmarono gli accordi di Schengen il 14 giugno 1985, nessuno sognava che il muro di Berlino sarebbe caduto dopo appena quattro anni.  Allora, sì, che le frontiere interne non avevano nessun senso: erano solo un impedimento alla libertà di movimento dei cittadini della Comunità Europea.  A dire il vero, la CEE di allora non aveva neanche bisogno di badare alle sue frontiere esterne.  Erano i Paesi contigui all’esterno della CEE che tenevano confinati i propri cittadini con la loro cortina di ferro.

Quando la Convenzione di Implementazione fu firmata il 19 giugno del 1990 erano ancora troppo vive la gioia e la sorpresa per la liberazione di mezza Europa.  Eravamo troppo pochi a pensare e a parlare delle pericolose implicazioni demografiche delle immigrazioni massicce.

Quando l’accordo entro’ in vigore il 1 settembre 1993, le sue previsioni non potevano prendere effetto immediato per mancanza di prerequisiti tecnici e legali. Quindi entro’ in vigore effettivo solo il 26 marzo del 1995 quando gli effetti negativi di un’immigrazione incontrollata e sproporzionata già si facevano sentire col disagio dei cittadini indigeni e i primi episodi di xenofobia in Germania.
 
Chi critica la Francia e l’Olanda oggi dicendo che “ormai il nemico è in casa”, come Giovanni Calabresi su questo giornale, ha ragione.  Il nodo di Schengen era da sciogliere allora non adesso.  Però quando si parla di “grandi conquiste come la libera circolazione delle persone” bisogna ricordare che questa liberta viene consentita anche a coloro che sono entrati in Europa illegalmente e che vogliono farci del male.  Se una temporanea sospensione di Schengen può limitare il loro movimento e riparare con le frontiere interne gli errori commessi alle frontiere esterne, perché tante storie in toni altisonanti?  La nostra liberta’ di movimento è già impedita ai caselli autostradali che ci fanno arrivare in ritardo agli appuntamenti di lavoro.  Se dobbiamo fare un po’ di coda in più alle frontiere quando passiamo un weekend transalpino, pazienza. Anzi, benvenga se possa impedire anche ad un solo terrorista di raggiungere la sua meta.


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