L’Opinione delle Libertà, Edizione 99 del 20-05-2008
Tanto tempo fa, in Europa, quando
c’era ancora il muro di Berlino...
Schengen, un
accordo invecchiato male
Oggi è la
Spagna
che critica l’Italia perché vorrebbe sospendere unilateralmente
la Convenzione
di Schengen per meglio affrontare l’emergenza immigrazione. Ma nel
luglio del
2005 fu un esponente del governo italiano, il Ministro delle Politiche
Comunitarie, Giorgio La Malfa, a criticare la Francia e l’Olanda per
aver agito
da sole decidendo per conto proprio una temporanea sospensione degli
accordi.
Come allora,
anche adesso ci si scorda dei tempi interminabili necessari per le
decisioni
multilaterali, conclusioni che arrivano quando ormai le situazioni
contingenti
sono completamente cambiate, tali da rendere quelle decisioni inutili
se non
controproducenti. Gli stessi accordi di Schengen sono un esempio
clamoroso di
lungaggini arrivate a conclusione quando, più che la misura,
sarebbe stata
opportuna la contromisura. Dalla sua concezione nel 1985, ci vollero 10
anni
all’applicazione pratica nel 1995, quando ormai la situazione
geopolitica
europea e mondiale aveva subito cambiamenti radicali inimmaginabili
negli anni
Ottanta.
Quando i primi Paesi membri, la Repubblica Federale Tedesca, la
Francia, il
Belgio, il Lussenburgo e l’Olanda, firmarono gli accordi di Schengen il
14
giugno 1985, nessuno sognava che il muro di Berlino sarebbe caduto dopo
appena
quattro anni. Allora, sì, che le frontiere interne non avevano
alcun senso:
erano solo un impedimento alla libertà di movimento dei
cittadini della
Comunità Europea. A dire il vero, la CEE di allora non aveva
neanche bisogno di
badare alle sue frontiere esterne. Erano i Paesi contigui all’esterno
della CEE
che tenevano confinati i propri cittadini con la loro cortina di ferro.
Quando la
Convenzione di Implementazione fu firmata il 19 giugno del 1990 erano
ancora
troppo vive la gioia e la sorpresa per la liberazione di mezza Europa.
Pochi
allora intuivano le pericolose implicazioni demografiche che avrebbe
potuto
portare l’immigrazione massiccia. Quando l’accordo entrò in
vigore il 1
settembre 1993, le sue clausole non potevano avere effetto immediato
per
mancanza di prerequisiti tecnici e legali. Quindi entrò in
vigore effettivo
solo il 26 marzo del 1995, quando gli effetti negativi di
un’immigrazione
incontrollata e sproporzionata già si facevano sentire, col
disagio dei
cittadini indigeni e i primi episodi di xenofobia in Germania.
Chi critica
l’Italia di oggi o la Francia e l’Olanda di tre anni fa dicendo che
“ormai il
nemico è in casa”, un po’ di ragione ce l’ha... Il nodo di
Schengen era da
sciogliere allora non adesso. Però quando si parla di “grandi
conquiste come la
libera circolazione delle persone” bisogna ricordare che questa
libertà viene
anche consentita a persone malintenzionate che sono entrate in Europa
illegalmente. Se una temporanea sospensione di Schengen può
limitare il loro
movimento e riparare con le frontiere interne gli errori commessi alle
frontiere
esterne, perché tante storie con toni altisonanti?
giogia@giogia.com Ritornare alla lista