Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle Libertà, Edizione 195 del 17-09-2008
Elezioni Usa
Il fattore Sarah eclissa il sole nero
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Solo poche settimane fa l’attore, economista, ex speech writer di
Richard Nixon e editorialista per il New York Times, Ben Stein, si
lamentava di quanto fosse noiosa la campagna di John McCain, peggio
della piatta e proverbiale peggior campagna della storia delle elezioni
più recenti: quella di Bob Dole. La sua ricetta per cambiare il
passo? Ingaggiare il mago dei due successi di George W. Bush, l’uomo
più politicamente astuto di Washington, secondo il suo parere:
Karl Rove. Magari non sarà stata la mano di Rove ad infilarsi
nel cilindro, ma certamente il coniglio che ne è uscito, la
candidatura di Sarah Palin come vice di McCain, ha prodotto e continua
a produrre le scintille volute da Stein.
Quando l’ex finalista della gara per Miss Alaska diventò il
governatore dello stesso stato, i titoli erano memorabili: “Coldest
state, hottest governor”, “Lo stato più freddo e il governatore
più bollente”! E non c’è dubbio: ha reso “calientissima”
la tiepida compagna del suo capo. Se prima il “turnout” per un discorso
di McCain arrivava a qualche centinaia, adesso supera una decina di
migliaia. Palin sta diventando un role model per molte donne. Pare che
ci sia una tale richiesta per il modello di montatura dei suoi
occhiali, che gli ottici non riescono a soddisfarla. Nel giro di poche
settimane è diventata una “celebrity”, termine che McCain usava
per criticare Obama, a cui ormai la Palin sta facendo ombra.
Nella prima settimana dopo la sua nomina si sono scoperti gli aspetti
più personali e folcloristici della sua vita, con tanto di
battute locali: “Come si dice ‘cattivo cacciatore’ nel dialetto degli
indigeni dell’Alaska? Vegetariano”. I media hanno fatto del loro meglio
per denigrarla per vari fatti privati e la campagna di Obama ha cercato
di sminuire l’importanza della sua esperienza esecutiva come sindaco e
governatore. Entrambi gli sforzi hanno solo provocato un boomerang
accelerando la sua celebrità e popolarità. La settimana
scorsa l’hanno messa sul carbone ardente intervistandola con una
cattiveria apparente, interrogandola, cercando volutamente di metterla
in trappola e dimostrare le sue lacune in politica estera. Le lacune ci
sono, ma essendo intelligente, energetica e ambiziosa, le saprà
colmare in fretta e il pubblico americano sta giudicando male le
meschinità fatte nei suoi confronti. C’è qualcuno che si
ricorda che nel 2000 George W. Bush non sapeva trovare il Kosovo sulla
carta geografica?
Nel frattempo che si dice della campagna di Obama? Che da quando
è andato in vacanza nelle Hawaii un mese fa, sembra che la sua
campagna sia rimasta in vacanza. Tutto quel “momentum” di cui si
parlava tanto durante le primarie sembra essere stato fermato da “the
Sarah factor”.
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