L’Opinione delle Libetà, Edizione 202 del 20-09-2007
Mitt Romney ha vinto il simbolico
“Straw Polls” dell’Iowa. Lo stesso che portò
bene anche a Bush
Il mormone
sottovalutato
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Ufficialmente la
campagna presidenziale statunitense comincia con le primarie che
tradizionalmente iniziano nello stato di New Hampshire in febbraio o
marzo
dell’anno delle elezioni, otto giorni dopo le caucuses dello Iowa, e
culminano
con i convegni dei partiti nazionali nei mesi di luglio e agosto.
Ufficiosamente, invece, dal 1979 la campagna comincia nell’agosto
precedente
con l’Ames Iowa Straw Polls (Sondaggi di Paglia in Ames, Iowa). Ames
è ubicato
nel centro dello stato di Iowa ed è proprio per questo motivo
gli Straw Polls
si svolgono lì, perché è ragionevolmente
raggiungibile a tutti i residenti
dello stato. Ma visto che essenzialmente è un evento per
raccogliere fondi per
il partito repubblicano dell’Iowa praticamente riguarda solo i
repubblicani e
accade solo negli anni in cui la nomina repubblicana non è
decisa, ossia quando
non c’è un presidente in carica che può e che vuole
presentarsi per essere
rieletto.
Eppure possano
partecipare tutti i residenti dell’Iowa. Devono aver compiuto 18 anni
il giorno
delle elezioni ufficiali e comprare un biglietto per la cena di
raccolta fondi
(quest’anno costavano 35 dollari). Dopo aver sentito il discorso breve
di ogni
candidato presente, inizia la votazione. Naturalmente i risultati non
sono
vincolanti e non possono avere nessun effetto ufficiale sulle primarie.
Tuttavia, spesso sono percepiti dai mass media e dagli insiders del
partito
come un primo test della forza organizzativa dei candidati nell’Iowa.
In questo
senso, chi li vince può trarne beneficio a livello nazionale
perché funge da
lancio per la sua campagna, aumenta l’aura di inevitabilità
della sua vittoria
e dimostra un’operatività superiore sul campo.
Da quando fu
istituito nel 1979 il vincitore dello Straw Poll ha poi vinto la nomina
del
partito tre volte su quattro: George W. H. Bush nel 1979, Bob Dole nel
1995 e
George W. Bush nel 1999. Di questi solo Bush, junior ha proseguito
vincendo la
presidenza. Nel 1979, Bush padre ha perso contro Reagan e nel 1995,
Dole ha perso
contro Clinton, ma rimane pure un buon indizio di chi potrebbe essere
il
candidato del partito. Quest’anno il vincitore è stato Mitt
Romney, l’ex
governatore del Massachusetts. Romney ha raccolto il 31.5 percento di
14,000
voti, un turnout molto basso, ma miracoloso considerando il caldo
insopportabile e il fatto che l’evento si svolge all’aperto. Il
sondaggio di
quest’anno è stato notevole per i candidati che non si sono
presentati: Rudy
Giuliani e John McCain. E sono stati puniti per la loro assenza con un
uno
percento ciascuno. Il 31 percento può sembrare poco, soprattutto
in mancanza
dei due candidati di traino, ma è la stessa percentuale che
aveva George W.
Bush prima di vincere la nomina del partito e poi le elezioni del 2000.
Dopo che il Generale
Petraeus ha presentato il suo rapporto e che i democratici non potranno
più
puntare sull’Iraq come argomento chiave per vincere le elezioni, i
dibattiti si
sposteranno sull’economia e sul tanto drammatico, quanto irrisolto
problema
della sanità. Non per i poveri, che hanno il Medicaid o i ricchi
che hanno i
soldi per strapagare le polizze assicurative, ma per la gente che
lavora che
continua a trovarsi allo sbaraglio appena si ammala seriamente. Senza
dar retta
alle esagerazioni di Michael Moore, persino i medici e infermieri lo
definiscono oramai un sistema “rotto”. I democratici ne parlano da
decenni, ma
Mitt Romney ha agito concretamente dopo aver parlato. Ha creato un
sistema di
provvedimenti misti per i residenti del Massachusetts che è
l’invidia di tanti
cittadini degli altri stati. Molti vedono in lui la possibilità
di applicare
quei provvedimenti a livello nazionale.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista