Le
promozioni facili si pagano con la bassa competitività
Ogni scusa è buona per non bocciare
i somari
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Eccoci
di nuovo a fine anno scolastico a fare gli scrutini, quel
mercanteggiare
di voti e mezzi voti e quarti di voti che assomiglia tanto al mercato
di
Marrakesh. Quest’anno, come ogni anno, ogni scusa è buona per
non bocciare gli
studenti, anche quelli in forte difficoltà.
Per le
prime classi c’è sempre qualcuno che dice
che non vuole respingere uno studente perché è, appunto,
“al primo anno di
liceo e magari ha solo bisogno di adattarsi al nuovo ambiente”. Al
secondo anno
dice, “lo promuoviamo dal biennio e vediamo come riesce ad affrontare
il primo
anno del triennio”. Al terzo anno afferma che “il primo anno del
triennio è
molto più faticoso del biennio e quindi vediamo come va l’anno
prossimo”. Al
quarto anno la stessa insegnante dirà, “per carità, se
volevamo bocciarlo
dovevamo farlo prima. Non si può bocciare al quarto anno”.
Grazie, se non fosse
per le tue proteste e quelle che la pensano come te, l’avremmo respinto
già
quattro anni fa. E naturalmente, al quinto anno non si può
respingere durante
gli scrutini anche se i voti sono pessimi perché per legge
devono essere amessi
tutti all’esame. Anche se non li hai visti per tutto l’anno scolastico.
Regola
che con la riforma Moratti dovrebbe cambiare dall’anno prossimo. Se
Fiorani non
decide di annullare l’intero operato della Moratti, si torna alla
vecchia
regola dell’obbligatorietà della presenza per almeno i due
terzi, se no, c’è la
bocciatura automatica.
Onestamente non capisco tutto questo melodramma
per una bocciatura e perché sia vista e vissuta così
male, come se fosse una
stigmate. Per carità, negli Stati Uniti e in altri Paesi europei
una bocciatura
non è un motivo per festeggiare, ma non è neanche una
tragedia. Può anche
essere vista e vissuta come un’opportunità per uno studente
debole di prendere
respiro e ricominciare con un vantaggio in più, anziché
tirare avanti senza
fiato facendo fatica, sentendosi sempre sull’orlo di una nuova
bocciatura, o
peggio, con compiacenza e la consapevolezza che intanto la bocciatura
non
arriverà mai e quindi basta tirare a campare.
Peccato
che la Moratti non abbia anche deciso di
ripristinare gli esami di riparazione a settembre, così non ci
sarebbe tanto da
discutere e da mercanteggiare. Le insufficienze sarebbero quelle che
sono e sta
allo studente darsi da fare per passare le prove a settembre. Con gli
eccessi
di permissività e di mal comportamento, avrebbe fatto bene a
riattivare anche
la bocciatura per cattiva condotta.
La scuola
non sta facendo un favore a nessuno
sostenendo la politica delle promozioni facili. Non agli studenti, non
alle
loro famiglie, non alle aziende o agli enti che dovranno accoglierli e
quindi
non all’Italia come nazione. Il problema della competitività non
si risolve
solo con il cuneo fiscale ma anche con una preparazione scolastica
adeguata, e
non con titoli di studio regalati, e con la buona educazione di chi
amministrerà il Paese del futuro.
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