L’Opinione delle Libertà, Edizione 1 del 03-01-2008
Primarie statunitensi
Oggi inizia la
corsa per la presidenza negli Usa
La gara formale
per la presidenza statunitense si apre oggi con i caucuses di Iowa, fra
5
giorni ci saranno le prime primarie di New Hampshire e il 5 febbraio
andranno a
votare i cittadini di ventidue stati. Mai nella storia degli Stati
Uniti la
campagna elettorale presidenziale è stata così anticipata
e accelerata. Tutta
colpa della mania degli stati di superarsi giocando a “leapfrog” o
“alla
cavallina” per superarsi ed arrivare primi sul calendario.
Tuttavia se si è
deciso da sempre di dare la precedenza agli stati più piccoli
nei primi round
delle primarie, ci sono delle buone ragioni e sono ragioni
democratiche. In
primo luogo, negli stati come l’Iowa e il New Hampshire, non è
necessario
essere un multimiliardario per competere. Le campagne stampa e
televisive non
hanno gli stessi prezzi proibitivi che hanno in stati come la
California, lo
stato di New York, la Florida o lo stesso Michigan.
In secondo luogo, se gli stati più piccoli non passassero
per
primi, non avrebbe nessun senso per i candidati di sprecare tempo e
denaro a
fare le loro campagne lì e sarebbero, praticamente, esclusi dal
processo.
La soluzione
proposta dall’Associazione dei segretari di stato è un sistema
di rotazione a
livello regionale. Si tratta di dividere il Paese in quattro regioni:
Est, Sud,
Midwest e Ovest, conservando, però, la tradizione e la legge che
detta la
priorità per il New Hampshire e l’Iowa. Cominciando nel mese di
marzo ogni
regione avrebbe le sue primarie. Questo faciliterebbe anche la vita ai
candidati che potrebbero concentrare le loro campagne in ogni regione
senza
dover fare zigzag avanti e indietro attraversando il Paese in maniera
disordinata, dispersiva, costosa e affaticante. La regione che passa
per prima
in un’elezione passa per ultima alla prossima. Quindi ogni regione si
troverebbe, prima o poi, in “pole position”.
La soluzione
proposta da Fair Vote è un sistema a cicli basato sul numero di
distretti
elettorali di ogni stato. Nel primo ciclo voterebbero gli stati con non
più di
otto distretti. Nel secondo voterebbero gli stati con non più di
sedici
distretti. Nell’ultimo ciclo partecipano gli stati più grandi.
Un sistema a
piramide al contrario.
Tutto ciò risalta
l’importanza di quello che viene chiamato “retail politics” o la
politica al
dettaglio. In un Paese di 300 milioni di persone, si potrebbe mettere
in
questione la necessità di andare in giro lungo e largo un intero
continente a
fare le campagne elettorali, considerando la semplicità,
l’efficienza e
l’efficacia dei dibattiti televisivi. Invece, non è così.
Il guardarsi negli
occhi, lo stringere le mani, l’interagire con la gente, una vera
conversazione
sono elementi che continuano ancora ad avere un’importanza essenziale
nel
processo democratico ai quali gli americani non sono disposti a
rinunciare.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista