Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 46 del 06-03-2008

Primarie, ancora aperta la gara Obama-Hillary. McCain unico vincitore

Usa: pareggio Obillary gli è tutto da rifare

 di Sandra Giovanna Giacomazzi

“A tutti coloro che vengono dati per spacciati ma che invece non si danno per vinti, a quelli che sono caduti ma poi continuano a rialzarsi, a chi lavora sodo e non molla mai, questa vittoria è dedicato a voi”. Sono queste le parole con le quali la senatrice di New York Hillary Clinton, raggiante e con un sorriso da un milione di dollari, ha celebrato la sua vittoria “della lunga notte” nell’Ohio. Si dice del “buckeye state”, “so goes Ohio, so goes the nation”, riferendosi al fatto che nessun candidato, democratico o repubblicano, sia arrivato alla Casa Bianca senza vincere le primarie in Ohio. Anche se Obama ha avuto il voto dell’elettorato “white collar”(53/46), la Clinton ha avuto il meglio su Obama fra l’elettorato “blue collar”(62/37). E nonostante il fatto che tre importanti sindacati avessero dato il loro sostegno ad Obama, fra il terzo dell’elettorato che appartiene ai sindacati, la maggioranza ha votato per la Clinton, dimostrando di non volersi piegare ai vertici sindacali. Ma la Clinton non ha vinto solo nell’Ohio, ma anche nelle primarie del Rhode Island (58/40) e del Texas (51/47).

Nel Texas, la Clinton ha avuto il voto dei ispanici, Obama quello dei neri; i bianchi erano divisi fra i due, ma la Clinton ha prevalso. E anche se le primarie del Vermont (60/38) e i caucuses nel Texas sono andati al suo rivale, il senatore dell’Illinois, ha incassato ciò che era necessario per fermare il suo famoso “momentum”, la cosiddetta propulsione irrefrenabile di Obama. E’ già la terza volta che la Clinton si alza dalla polvere della sconfitta, smentendo tutti coloro che si affrettano a darla per politicamente morta: nel New Hampshire, dopo la sconfitta nell’Iowa, nel “super martedì”, e, adesso, la sua rinascita dopo le undici sconfitte di fila dell’ultimo mese l’hanno fatto battezzare “l’inaffondabile Hillary Clinton” come l’inaffondabile Molly Brown, l’unica sopravvissuta al naufragio del Titanic! Ma lei non è l’unica a meritare i soprannomi della rivincita. Anche il senatore dell’Arizona, John McCain non scherza. Ha vinto tutte le quattro primarie di martedì raggiungendo e sorpassando la cifra magica di 1.191 delegati per necessari per garantirgli la nomina repubblicana.

L’ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee, si è congratulato con McCain promettendo di fare tutto il possibile per unire il partito e aiutarlo ad essere eletto. Ma non molto tempo fa, anche McCain era dato per spacciato. Solo pochi mesi fa aveva meno di un mezzo milione di dollari dei 25 iniziali, aveva dovuto licenziare la maggior parte del suo staff ed era ridotto a viaggiare con le linee aeree commerciali portandosi la propria valigia! Il prossimo appuntamento con gli elettori è sabato, l’8 marzo nel Wyoming (12 delegati), e martedì 11 marzo in Mississippi (33 delegati). Dopodiché una lunga pausa fino al 22 aprile con la Pennsylvania ricca dei suoi 158 delegati per i Democratici. La gara fra i due candidati Democratici potrebbe andare avanti fino al Convention in Denver a fine agosto. C’è anche chi vuole sfidare la decisione del Comitato Nazionale, che ha punito la Florida e il Michigan per aver anticipato la data delle loro primarie, eliminando tutti i loro numerosi delegati. Due stati che sono stati vinti dalla Clinton: la Florida (54/44) e il Michigan (70/26). Chi sa poi quanto abbia influito il fatto di non poter contare i voti di questi due importantissimi stati, non solo nella matematica del conteggio dei delegati ma nella psicologia della propulsione del “momentum” di Obama.


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