L’Opinione delle Libertà, Edizione 29 del 12-02-2008
Primarie Usa
Mike Huckabee
laureato in “miracoli”
di Sandra Giovanna Giacomazzi
“Non ho una
laurea in matematica, ma una in miracoli.” Così ha commentato
Mike Huckabee
l’altro giorno riferendosi a tutti quelli che non capiscono la sua
ostinazione
a rimanere nella gara visto che “la matematica” dei delegati renderebbe
praticamente impossibile la sua vittoria. Poi sono arrivati i due
vittoriosi
miracoli del weekend scorso nel Kansas, nel Nebraska e il quasi
pareggio nello
stato di Washington e ha aggiunto, “chiaramente sono contento di questi
risultati, ma adesso miro avanti e in alto”, riferendosi alle gare di
oggi nel
“beltway” nella “Potomac primaries” della capitale negli stati della
Virginia,
il Maryland e il Distretto di Colombia.
Neanche noi siamo
matematici, ma inviteremmo qualunque professionista dei numeri a fare
qualche
calcolo di costo/beneficio e siamo sicuri che il vincitore della gara
di “chi
ha preso più voti a minor spese” sarebbe l’ex governatore
dell’Arkansas e
candidato repubblicano, Mike Huckabee. Certamente molto meno dei 100
milioni di
dollari che ha speso di tasca sua Mitt Romney. Le ragioni del suo
successo sono
tante: i risultati concreti della sua vita pubblica fino ad adesso, la
sua
integrità morale e il suo essere un “tipo normale”.
La sua maniera “soft-spoken”: non grida o insulta mai gli altri
candidati, ma spiega con semplicità i suoi propositi. Il suo
inesauribile senso
di umorismo: anche quando le sue battute prendono di mira qualcuno, il
tono non
è mai offensivo.
Il fatto che
abbia completato il mandato del suo predecessore e poi abbia vinto due
mandati
propri, governando lo stato dell’Arkansas per 10 anni e mezzo, la dice
lunga su
quanto le sue politiche abbiano soddisfatto il suo elettorato. Se
consideriamo,
poi, che è solo il terzo repubblicano a governare quello stato
dai tempi della
Ricostruzione dopo la Guerra Civile ed è quello con il terzo
più lungo mandato
da sempre, è evidente che ha saputo essere un governatore
bipartisan, che
sapeva soddisfare tutti.
La sua integrità
morale troverà le sue radici nella sua fede, ma è una
fede basata sul fare
piuttosto che sulle prediche. Nel 1997 ha promosso una campagna di
riconciliazione razziale, affermando che “non è qualcosa che
possiamo forzare o
legiferare. E’ qualcosa che dobbiamo promuovere nelle nostre vite, che
nei
nostri cuori non ci sarà spazio per l’odio, l’ostilità,
il pregiudizio, la
bigotteria o il razzismo verso nessun’ altra persona”. Quando ha deciso
di promuovere
una campagna per la salute e la prevenzione rendendosi conto che molte
malattie
possono essere evitate migliorando lo stile di vita, cambiando le
abitudini
alimentari e sedentarie, prima si è guardato nello specchio. “Come potevo dire alla gente che dovevano
migliorarsi quando ero il ritratto di tutto quello che era sbagliato.
Ho sempre
creduto che un leader non deve mai chiedere ad altri di fare ciò
che lui non è
disposto a fare”. E così ha perso tutti quei chili di cui i
giornali parlano
tanto.
A proposito del
suo umorismo: quando, durante un dibattito, gli è stato chiesto
se fosse stato
il caso di investire in un piano spaziale per l’invio di una persona su
Marte,
ha risposto: “Non saprei, ma se lo facciamo, avrei qualche
suggerimento: forse
potremmo mettere Hillary sul primo shuttle”. E quando invece Mitt
Romney gli ha
detto di non cercare di caratterizzare la sua posizione sull’Iraq, lui
ha
risposto “Quale?”, sottintendono “Quale delle tante?”. Non sono solo
gli
evangelici ad essere attratti da questo candidato. Sa attirare la
simpatia
anche degli atei, quelli devoti e non.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista