L’Opinione delle Libertà, Edizione 19 del 29-01-2008
Dopo la vittoria di Obama nella South
Carolina, ora tocca ai Repubblicani
sfidarsi in Florida
La falsa partenza
di Giuliani
L’ex sindaco di
New York ha puntato sulle primarie nei grandi stati trascurando i
piccoli. Ora
è a rischio
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Sabato scorso
cavalcando l’appoggio schiacciante dell’elettorato afro-americano, il
senatore
dell’Illinois, Barack Obama ha vinto le primarie democratiche per lo
stato di
South Carolina con il 55 % del voto. Ha preso l’80% del voto nero e
meno del
25% del voto bianco. La sua rivale, la senatrice di New York, Hillary
Clinton,
ha ottenuto il 27% e John Edwards, l’ex senatore del North Carolina ha
preso
solo il 18%, nonostante sia nativo di questo stato, l’unico in cui
aveva
ottenuto una vittoria quando si era candidato nel 2004.
I repubblicani della Florida, invece, sono stati puniti dal loro
Comitato
Nazionale con il dimezzamento dei delegati; ne avranno 57
anziché 114. Ma
rimane un bottino molto alettante poiché i repubblicani
applicano la regola
“winner takes all”, chi vince prenderà tutti 57 delegati. I
candidati sono l’ex
sindaco di New York, Rudolph Giuliani, l’ex governatore dell’Arkasas
Mike
Huckabee, il senatore dell’Arizona, John McCain, il deputato texano Ron
Paul, e
l’ex governatore del Massachussetts, Mitt Romney. L’attore e l’ex
senatore del
Tennessee, Fred Thomson, si è ritirato dopo gli scarsi risultati
nella South
Carolina.
Ultimamente
McCain ha rafforzato la sua campagna nello “Sunshine State” cercando di
capitalizzare sulle sue vittorie nel New Hampshire e nel South
Carolina. Ma
poiché le primarie qui sono “chiuse”, McCain potrà
contare solo sul voto dei
repubblicani registrati e non sull’appoggio degli indipendenti o degli
elettori
democratici “trafugati”, come ha potuto fare altrove. Mitt Romney
è il
candidato meglio finanziato. Può contare su tonnellate di soldi
propri che sta
versando per fare pubblicità televisiva in uno dei mercati
mediatici più cari
degli Stati Uniti. Promette di riparare ciò che si è
“rotto” a Washington
utilizzando la sua vasta esperienza aziendale.
Giuliani è in Florida oramai da settimane. La sua strategia
è stata di investire
tutte le sue prime energie in questo stato ricco di delegati, ignorando
essenzialmente gli stati che hanno proceduto la Florida. Aveva detto di
non
voler sprecare i soldi dei suoi sostenitori in stati che difficilmente
poteva
vincere e dove il rapporto costo/beneficio in termini di delegati era
molto
basso. Preferiva concentrarsi sulla Florida dove sperava di poter
contare sui
tanti ex-newyorkesi lì trasferiti. Sperava di cavalcare poi
quella vittoria ad
altre nel giorno di “Super Tuesday” con stati ricchi di delegati dove
lui è
molto conosciuto e amato, come New York, New Jersey e Connecticut. Si
trattava
di una strategia di buon senso dal punto di vista economico, ma forse
non da
quello psicologico e pubblicitario. Prima che iniziassero le primarie,
Giuliani
era il candidato preferito al livello nazionale. Ora il suo ampio
margine nei
sondaggi è evaporato, anche nella Florida.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista