Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle Libertà, Edizione 228 del 25-10-2008
Elezioni Usa
I media tacciono sulle gaffe di Joe
Biden
di Sandra Giovanna Giacomazzi
L’altro giorno il candidato democratico alla vicepresidenza americana,
Joseph Biden, ha dichiarato, con un’incredibile dose di
irresponsabilità, che, se Barack Obama sarà eletto,
possiamo essere sicuri che entro i primi sei mesi del suo mandato, la
sua presidenza sarà messa a dura prova, allo stesso modo in cui
fu messa a dura prova quella del Presidente John F. Kennedy con la
crisi cubana e i missili russi. Oltre all’inopportunità di fare
simili proclamazioni per la propria campagna politica (sembrerebbe,
semmai, un motivo in più per non votarlo), è anche
piuttosto sconveniente per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Nel caso che dovessero vincere, potrebbe mettere la pulce nell’orecchio
dei nemici dell’America e dell’Occidente di seguire il suo suggerimento
mettendolo sul serio alla prova.
Questa gaffe inverosimile è uscita dalla bocca di Biden il
weekend scorso. Ne avete letto qualcosa nel frattempo sui giornali
italiani? No, niente, perché neanche nei media americani ha
ricevuta molta risonanza. Potete immaginare il putiferio che sarebbe
scoppiato se la candidata repubblicana della vicepresidenza, Sarah
Palin, avesse detto qualcosa del genere? Sarebbe stata trascinata sul
carbone ardente per l’intera settimana. Invece, per Biden nulla di
ciò. Eppure aveva fornito al candidato repubblicano, John
McCain, un’eccellente risposta, ripetuta più volte: “Non avranno
bisogno di mettere me alla prova. Sono già stato testato”.
Potremmo riempire una pagina intera di altri esempi del doppiopesismo
dei media nei confronti dei due ticket. La loro propensione a scivolare
sui faux-pas grossi come una casa del ticket Obama/Biden è
superata solo dalla loro predilezione nel privilegiare i pettegolezzi
contro Palin. Per loro, l’elettorato americano dovrebbe esaminare nelle
viscere la sua capacità di madre con una figlia incinta, il
licenziamento del suo cognato e ignorare il ragionamento di “Joe
l’idraulico”, perché non si chiama Joe di nome ma di secondo
nome e perché non ha la licenza per fare l’idraulico. Invece,
voler capire meglio quali siano stati i rapporti di Barack Obama con un
noto terrorista, Bill Ayers, o con l’incendiario Reverendo Wright,
conosciuto per i suoi discorsi poco patriottici: quelli sono territori
off-limits. Non bisogna “scadere” provocando “propaganda negativa”.
E adesso, non sapendo più quale banalità tirare fuori per
criticare Sarah Palin e distrarre gli elettori dai programmi, l’ultima
è lo scandalo per il costo del suo nuovo guardaroba.
Preferiremmo non commentare, se non per dire che non ci risulta che
qualcuno si sia preso la briga di fare un simile inventario dei costi
degli abiti del perennemente chiccoso Obama.
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