Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà,Edizione 145 del 04-07-2006

In due mesi approvato il decreto mille-proroghe, per non decidere su mille argomenti

Il paese dei mille paradossi non si smentisce col governo Prodi

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Se l’Italia non esistesse bisognerebbe inventarla, non solo per le sue bellezze naturali e architettoniche o la fantasia della sua gente, ma come esempio quintessenziale e quotidiano del paradosso, dove tutto è esattamente il contrario di come aspetti che sia.

 Prendiamo il nuovo governo. Sembrava che non riuscisse a trattenersi dal desiderio di defenestrare Berlusconi da Palazzo Chigi, dalla smania di spazzare via tutto ciò che sapesse di retrogusto di centrodestra, dalla golosità di governare. Invece, Prodi e i suoi hanno procrastinato. Dopo due mesi cosa hanno prodotto come prima opera rappresentativa di tutta quella voglia di fare? Il decreto mille-proroghe, il decreto con il quale hanno deciso di non decidere su mille argomenti.

E proprio quando si pensava che avessero deciso di non decidere per andare in vacanza e rimandare tutte le decisioni all’autunno, cosa fanno? Dopo aver promesso di ripristinare le concertazioni, senza concertare con nessuno, il ministro Bersani annuncia un decreto-pacchetto di liberalizzazioni rivoluzionarie, ciò che aspettavamo, come Godot, dal governo Berlusconi.

Passiamo al parlamento. Pensate che quegli sprovveduti senatori del centrodestra hanno occupato per ben otto ore Palazzo Madama pretendendo di parlare, come se il loro posto di lavoro si chiamasse Parlamento! Qualcuno dovrebbe informarli che non è così che si protesta contro la prepotenza della maggioranza, ma facendo girotondi intorno ai palazzi e sdraiandosi per terra come una vera opposizione che si rispetti.

 Poi ci sarebbero i partiti delle due coalizioni sempre più o meno determinati a giorni alterni, di formare due grandi partiti unici, mentre al loro interno i membri dello stesso partito litigano fra di loro rischiando di squagliarsi: ultimamente Ds, An, la Rosa nel Pugno, ma non si salva nessuno.

 Per non parlare della parte pecorona del popolo. Quando il governo Berlusconi ha tolto tanti insegnanti dalla precarietà, alzato i loro stipendi, aumentato le pensioni minime, abbassato gli stipendi ai parlamentari o qualunque altra cosa che in un Paese “normale” sarebbe stata accolta con consenso, tutti in piazza a protestare. Ma adesso che Padoa Schioppa promette aumenti per il gas, l’elettricità, la benzina, l’Iva, il ripristino della tassa di successione e un incremento del prelievo sulle rendite finanziarie, tutti bravi e zitti, neanche il soffio di un belare.


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