Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 127 del 13-06-2006

L’idea del ministro Tommaso Padoa Schioppa non piace però a Confindustria

Aziende in difficoltà escluse dagli sgravi arriva la proposta del cuneo selettivo

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Abbiamo saputo che a Tommaso Padoa Schioppa servono due vice e sei sottosegretari per tener su il palazzone umbertino che ospita, in via XX Settembre, il ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma è inutile che il centrodestra si lamenti degli addizionali e sdoppiamenti di ministeri e della moltiplicazione e proliferazione di viceministri e sottosegretari, quando è, in parte, corresponsabile. Avendo fatto passare quella pessima legge elettorale con cui siamo andati a votare alle ultime elezioni politiche, che ha incoraggiato l’ulteriore moltiplicazione dei partiti e la loro finta agglomerazione in piccole coalizioncine per ingannare la regola del 4% di sbarramento per i partiti che si presentano dentro una delle coalizioni grosse, per forza bisognava sfornare più torte (ministeri) e tagliarle a più fette per soddisfare tutte le bocche dei partiti, partitini e partitoni della coalizione della maggioranza. E’ solo con un sistema maggioritario puro, e neanche bipolare ma bipartitico, che si può avere un governo snello, dove per ogni ministro ci sia un vice e basta.

Non intendiamo che il sistema maggioritario sia l’unico sistema elettorale valido o che sia necessariamente adatto all’Italia, ma almeno averci provato! Soprattutto visto che è stato espresso come desiderio dall’84% degli italiani nel referendum di ben tredici anni fa, quando il sistema era un sistema proporzionale puro. Invece, ciò che gli italiani hanno ottenuto fu un sistema maggioritario imbastardito dal famigerato mattarellum che prevedeva un quarto dei seggi delle due Camere con il proporzionale. Che, comunque, era già qualcosa. Se il centrodestra voleva ritoccare la legge elettorale, avrebbe solo dovuto martellare il mattarellum. Invece ha prodotto un altro ibrido: un sistema proporzionale imbastardito da due correzioni maggioritarie: i vari sbarramenti e il premio di maggioranza. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Se mai, bisognerebbe ammonire il titolare del dicastero di via XX Settembre, come ha fatto chiaro e tondo il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo il weekend scorso a Santa Margherita Ligure. Non per l’esubero di personale ma per le sue spropositate uscite.

Quello stesso Ministro che sembrava il più tecnico, il più rispettabile, il più moderato di tutti i ministri nominati da Prodi, ne ha invece sparata una incredibilmente grossa, promettendo di calibrare gli sgravi a seconda della tipologia delle aziende beneficiarie. Roba da matti! Anziché dare una mano a tutte le aziende italiane, voleva dare una palata tombale proprio a quelle in difficoltà escludendole dagli sgravi! Per fortuna che Montezemolo ha dimostrato di rappresentare tutti gli imprenditori quando ha pronunciato le seguenti sacrosante parole: “Il taglio del cuneo contributivo non può essere selettivo. La selezione è un compito che vogliamo lasciare al mercato”.


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