Italian Perspectives                                 
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

I pacifisti guerrafondai  (L’Opinione, 4 aprile 2003)

Pian piano i lupi mannari si stanno spogliando del costume color pecora pacifista.  Ha esordito Riccardo Barenghi sul Manifesto venerdì scorso confessando ai suoi lettori di essere colto da un dubbio:  se sperare che la guerra duri il meno possibile risparmiando migliaia di vite, ma fornendo una vittoria politica agli americani.  O se sperare che gli americani paghino cara questa guerra, che il sacrificio della vita di migliaia di soldati e civili possa servire a bloccare il progetto politico americano.  Bene, guardandosi allo specchio Berenghi scopre che in anima sua auspica la seconda opzione.

E non è il solo.  I sondaggi ci dicono che sono parecchi gli italiani che la pensano così, ma i sondaggi sono anonimi.  Non ce l’aspettavamo una schiettezza spietata come questa, firmata col nome e cognome dal direttore di un giornale.  Invece pian piano si stanno arruolando alla confessione diabolica.  Sabato è toccato a Giovanni Berlinguer, che, ad una riunione del correntone del DS svoltesi all’ Hotel Ergife di Roma, ha dichiarato che non è male che ci sia una guerra lunga e sanguinosa perché se no gli Stati Uniti potrebbero avvantaggiarsene.

Ma c’è di peggio.  Domenica alla riunione ufficiale dell’Associazione Aprile che riunisce correntone DS con altri partiti di sinistra e con apertura ai movimenti, e di cui è capo Cofferati, è stata fatta propria questa posizione.  Dovrebbe voler dire la scissione dei DS. Vediamo che dicono D’Alema, Fassino, e i riformatori vari.

Questa settimana si sono aggiunti anche altri.  Per esempio, Pietro Ingrao che si augura “ardentemente che il popolo iracheno resista all'aggressore con tutte le sue forze, se è possibile fino all'ultimo minuto.”  Le sue parole ricordano col brivido quelle di Saddam “fino all’ultimo bambino.

Noi sappiamo da sempre che questi pacifisti politici non hanno niente a che fare con l’amore per la pace.  Abbiamo sempre detto che in particolar modo queste manifestazioni per questa pace non sono altro che dimostrazioni di anti-americanismo.  Ma non ce la saremmo mai aspettati di sentire delle ammissioni così spudorate. Hanno già dato un nome a questo partito di pacifisti guerrafondai: La Cosa Cofferati.



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