L’Opinione delle
Libertà, Edizione 248, 14 novembre 2009
“Mad Men” è una
serie televisiva americana stilisticamente perfetta.
Raffinata e cinematografica, è
ideata da Matthew Weiner e ambientata a Manhattan agli inizi
degli anni
sessanta. “Mad” non sta per
“arrabbiato” o “matto”, ma per Madison Avenue, dove si trovavano tutte
le
agenzie di pubblicità più quotate dell’epoca e “mad men”
era il termine coniato
dai creativi di quelle agenzie per denominare se stessi.
In Italia, la serie, oramai alla terza
stagione, è trasmessa da Sky sul canale Cult. Ogni episodio
è una fotografia
socio-antropologica dell’epoca attraverso le campagne pubblicitarie dei
clienti
dell’agenzia Sterling & Cooper: dalla corsa per la Casa Bianca fra
Nixon e
Kennedy, al reggiseno a punta, alle sigarette, ma senza il beneficio
dei
testimonial dei medici. Sì, perché, per quanto ci sembri
inverosimile oggi,
prima di allora, erano proprio i medici a prestare la loro
testimonianza sugli
aspetti salutari delle sigarette. Pur
senza la nostra conoscenza minuziosa odierna dei danni insidiosi del
fumo, pare
pazzesco che chiunque potesse pensare che succhiare il fumo dentro i
polmoni
non fosse nocivo. Segnate le mie
parole: fra pochi anni, faremo simili valutazioni riguardo agli schermi
LCD.
Io avrò una
patologia rara che rende le mie retine particolarmente sensibili, ma
sono
convinta che questi schermi micidiali fanno male a tutti anche ai
più
giovani. I miei stessi studenti si
lamentano. Pensare che fissare per ore
una luce così abbagliante non sia nocivo è ingenuo, tanto
quanto credere allora
che respirare il fumo non lo fosse.
Oggi ci sono tante cause “class action” contro i fabbricanti di
sigarette. Fra pochi anni toccherà
a
quelli che costruiscono schermi LCD. Nel frattempo, se voglio
risparmiare ai
miei occhi l’agonia dei LCD, non mi resta altro che andare a Washington
a
trovare qualche ammiraglio da sedurre!
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