Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione
delle Liberta, 11 luglio 2009
SCRUTINI ED EMORRAGIE RETINICHE
di Sandra Giovanna Giacomazzi
“Come stai?” mi chiese una collega inglese. E benché non
facesse la domanda in tono di circostanza, io le risposi con l’abituale
“Bene”di chi replica di riflesso a quella domanda. “Ma sei
sicura?” insistette. “Non mi sembra per niente che tu stia
bene. Da come ti muovi e da come guardi fra le tue carte, ti vedo
affaticata” Era vero, anche se non volevo ammetterlo. Il
tour de force degli scrutini di fine anno scolastico mi aveva stremato
ancora di più dell’intero anno scolastico. Con nove classi
sono diciotto ore di purga. Almeno quando sei in classe coi
ragazzi gli puoi dire di stare zitti quando esagerano. Ma quando
sono i colleghi ad urlarsi addosso, non c’è scampo. Sono
proprio quelli più penosi ad essere più punitivi e a far
perdere tempo in chiacchiere e urlate inutili. Compensano la loro
consapevolezza delle proprie lacune camuffandole e ribaltandole in
“pronunciamentos” contro i loro studenti. Ma per fare giustizia a
tutti i tanti guasti della scuola pubblica mi ci vorrebbe un’altra
colonna a puntate!
Tornando, invece, all’argomento pertinente alla mia patologia rara,
PXE, Pseudoxantoma Elastico, andai a casa e feci un esame con l’Amsler
Grid, una griglia che permette di monitorare la propria l’acuità
visiva. La mia collega aveva ragione: mi era partita un’altra
fetta di vista, molto più consistente di tutte le perdite
precedenti. Corsi a fare un OCT, che rivelò nuovi edemi e
una FAG confermante: era in corso una grossa emorragia retinica che
anche un cieco poteva vedere! Quindi, per la prima volta, c’erano
i presupposti per avere i trattamenti dal servizio sanitario nazionale,
ma, purtroppo, non il tempismo per chi vuole salvarsi la vista.
Quindi, sapendo che il famoso medico romano di Memphis si trovava a
Roma, scelsi di fare di nuovo un intervento con lui a pagamento
piuttosto che rischiare la cicatrizzazione e quindi permanenza della
perdita aspettando i tempi del servizio pubblico. Anzi, poiché
l’Avastin è un farmaco antiangiogenisi, che inibisce la
formazione dei neovasi e quindi l’emorragia, sono convinta che i medici
dovrebbero intervenire prima dell’evidenza clinica, in base alla
sintomatolologia se c’è. E nel mio caso, c’è: tutti
gli episodi di emorragia retinica e risultante perdita di vista sono
stati preceduti da due mesi di lampi incessanti. E’ allora che
sarebbe più utile intervenire. Ma purtroppo la parola del
paziente non fa parte del protocollo.
E così, mentre i suoi colleghi di ruolo, di cui molti, magari,
poco meritevoli, si godano le sacrosante ferie stipendiate,
un’insegnante perennemente precaria, a spasso e senza stipendio per i
mesi di luglio, agosto e metà settembre, spende l’intero
compenso di giugno cercando di tamponare i danni per salvarsi la vista
nell’attesa che la ricerca trovi una cura vera. Un lavoro che da
una parte preme sull’acceleratore del mio declino, dall’altra neanche
mi permette di guadagnare da vivere e di coprire le mie spese mediche
obbligandomi a prosciugare i miei pochi risparmi.
Potete destinare il vostro cinque per mille per la ricerca a:
PXE-Italia Onlus n. 91157050377. O fare una donazione diretta:
c/c POSTALE N. 28436400 intestato a PXE ITALIA ONLUS- via
Ferriera 17, 40133 BOLOGNA. Per saperne di più: www.pxe.org e
www.pxeitalia.unimore.it. 15 continua…
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