Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi

L’Opinine delle Libertà, Edizione 118, 6 giugno 2009

Beautiful blue eyes?  Meglio sani che belli!

di Sandra Giovanna Giacomazzi

“Scusi se la fisso così a lungo, ma non ho mai visto degli occhi così intensamente blu, proprio come il nostro mare!”, disse indicando le acque davanti alle isole Egadi.  Queste le parole pronunciatemi alcuni anni fa sulla spiaggia di Trapani da un ragazzo appena laureato presentatomi da sua madre, una mia amica trapanese.  Non tutti i giorni si riceve un complimento così sentito da un ragazzo con metà dei tuoi anni, quindi gli risposi con un sorriso ed un “grazie”.

Non sono nuova ai complementi riguardo ai miei occhi.  Fin da bambina ne sento gli elogi e non solo dai medici che facevano la coda per guardare le strisce angioide e le drusen!  Tanti anni fa ebbe un fidanzato che, comprando spazi sugli stendardi pubblicitari, fece tappezzare tutta la città con manifesti sui quali aveva fatto scrivere grande e grosso: “I love deep Blue”, “Amo il Blu profondo” e “Nothing is better than Blue”, “Niente è meglio di Blu”, lasciando incuriositi tutti i torinesi.  E da allora i miei amici nel giro pubblicitario a Torino continuano a chiamarmi col soprannome “Blu”. 

Sarà perché me li vedo nello specchio tutti i giorni da una vita, ma onestamente non condivido tutto questo clamore per il colore.  Anzi, personalmente ho una certa predilezione per gli occhi verdi o anche quelli neri.  Ma più del colore ciò che mi attira è la luminosità, la vivacità, la limpida franchezza dello sguardo e l’intelligenza, l’umorismo o il desiderio che comunicano.  

Tuttavia un complimento è sempre bello da sentire.  Ma quel giorno sulla spiaggia in Sicilia dovetti trattenermi a non dire ciò che mi piangeva nel cuore:  “Se solo fossero sani, li scambierei per occhi brutti e di qualsiasi altro colore!”

Ero appena agli inizi del declino.  Cominciavo ad affaticarmi a leggere i giornali.  A volte vedevo le parole ondeggianti, altre volte sbianchettate.  Altre volte ancora, le lettere apparivano mangiucchiate come se fossero scritte da una macchina da scrivere col nastro consumato.  E da allora è un continuo adeguarsi alle nuove circostanze con periodi di peggioramento graduale o repentino, ma anche di sorprendente miglioramento man mano che il cervello si adegua e usa la sua capacità creativa di adattare e rimaneggiare l’informazione in un altro modo.  La prossima volta vi racconterò di più sul mio modo diverso di vedere il mondo.   

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