L’Opinione della
Libertà, Edizione 201 del 22-09-2006
Rimane un mistero come sia sfuggito
alla cattura
Osama Bin Laden forse è morto ma la
jihad lo usa
come un marchio
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Ci sono molte persone che
credono che Osama
Bin Laden sia già morto, a maggior ragione visto che è
stato il numero due di
al Qaeda, il medico giordano Ayman al Zawahiri, a lanciare in un nuovo
video
trasmesso dalla Cnn, un appello raccapricciante a tutti i musulmani in
occasione del quinto anniversario dell’undici settembre. Ma fra quelli
che
credono che il numero uno dell’organizzazione sia ancora vivo, molti si
chiedono come mai è riuscito ad eludere ad ogni tentativo di
cattura o di
uccisione.
Secondo fonti militari il 49enne terrorista si troverebbe molto al nord al confine fra Afghanistan e Pakistan in una zona molto remota e inaccessibile che si chiama Chitral. Il problema oggi è che l’unico modo per i militari americani di accedere a quella zona è passare per il Pakistan e questo il governo pakistano non lo può concedere.
Agli inizi degli anni
novanta c’erano
pochissime persone delle forze dell’ordine statunitense che sapevano
qualcosa
di Osama Bin Laden. Ciò fu destinato a cambiare presto quando
alle 12,18 del 26
febbraio 1993 il World Trade Center fu attaccato da un autobomba e si
scoprì
che gli uomini arrestati avevano degli agganci diretti con Osama Bin
Laden.
Quando esplose un’altra autobomba nel novembre del 1995 davanti agli
uffici
della Guardia Nazionale in Ryad, anche i responsabili di
quell’attentato
ammisero che la loro ispirazione era stata Osama Bin Laden. A quel
punto la
famiglia reale saudita e l’amministrazione Clinton avevano visto
abbastanza.
Entrambi misero pressione sul governo sudanese di espellere il
terrorista.
Quindi nel 1996 Osama Bin Laden e i suoi seguaci fuggirono, tornando
nel luogo
dove avevano iniziato la loro guerra santa: in Afghanistan. Due anni
dopo, nel
mese di agosto del 1998 due autobombe esplosero in due Paesi africani,
Kenya e
Tanzania, colpendo due ambasciate americane. Più di duecento
morti e 4000
feriti. Due settimane dopo, appena si capì che i responsabili
non furono gli
Hezbollah come inizialmente si pensava, ma, invece, gli uomini di Bin
Laden,
Clinton ordinò attacchi contro le basi terroristiche in Sudan e
in Afghanistan.
In Afghanistan il vero
target fu Osama Bin
Laden in persona. Secondo Michael Scheuer, che nel 1996 aiutò a
creare l’Unità
Osama Bin Laden della Cia, erano riusciti a localizzare l’ubicazione
esatta in
Bin Laden in più occasioni. Sempre secondo Scheuer, la prima
volta che furono
sul punto di catturare Bin Laden, qualcuno notò delle sedie a
dondolo nella
fattoria dove Osama risiedeva in quel momento e quindi, con la paura di
essere
criticati se succedeva qualcosa a qualche bambino, fu dato l’ordine di
non
agire. Dopo l’undici settembre l’attacco Usa all’Afghanistan fu
puntuale.
Iniziò il 7 di ottobre e fu un successo. Osama Bin Laden fu
costretto di
scappare a Tora Bora che conosceva bene.
Secondo il giornalista Abdel Bari Atwan Osama amava Tora Bora
perché lì si
sentiva al sicuro. Invece, Bin Laden si sbagliava. Ascoltarono per
giorni le
comunicazioni fra Bin Laden e i suoi uomini, sentirono come lui chiese
loro
scusa per averli condotti in quella trappola. Seguirono più di
due settimane di
bombardamenti costanti, ma per qualche motivo non fu abbastanza.
Secondo Peter
Bergen, la politica di usare pochissime forze speciali a terra,
attacchi d’aeri
massicci e moltissime truppe afgane a terra aveva funzionato
brillantemente per
rovesciare i talebani, ma gli stessi mezzi alla battaglia di Tora Bora
furono
un totale disastro. Il piano a quel punto era di far bloccare le strade
di
uscita dai soldati afgani e pakistani, ma Osama e i suoi uomini
riuscirono a
scappare attraverso le montagne e la missione di catturare o ammazzare
il
leader di al Qaida fallì.
Osama Bin Laden ha sempre detto che non sarà mai catturato da vivo. Le sue guardie del corpo hanno l’ordine di ammazzarlo se dovesse essere imminente la sua cattura. Sempre secondo Bergen, se Osama dovesse essere eliminato oggi, potrebbe anche dare una tremenda spinta alla sua causa: il potere dell’idea del martirio potrebbe addirittura incrementare il mito della sua persona. Dead or alive, Osama Bin Laden nel frattempo è riuscito a creare mille altri Osama pronti a perseverare con la sua micidiale missione.
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