Valori Rovesciati (L'Opinione, 4 ottobre 2002)
Recentemente il redattore della pagina delle lettere della Stampa ha fatto una puntata speciale: una rassegna di lettere di gente spaventata ed indignata per il possibile imminente conflitto con l’Iraq. Queste lettere “così numerose che sarebbe poco onesto non darne conto” erano piene zeppe di ogni luogo comune, ogni capovolgimento della verità storica, ogni distorsione logica di cui il mondo è purtroppo ricchissimo. Il redattore, Oreste del Buono, non ha aiutato i suoi lettori a ragionare spiegandogli che i loro giustificatissimi timori erano però confermati con affermazioni false come avrebbe fatto magari un Paolo Mieli. Anzi, ha preferito alimentare la psicosi pacifista patologica complimentandosi con il suo pubblico per le lettere ben ragionate ed argomentate, che cercano “di chiarire come le ragioni ufficialmente addotte per questa guerra non possano essere quelle vere”, e come invece questa guerra sia “illogica, sproporzionata, abusiva.”
Premesso che la guerra preventiva sia un nuovo concetto che rovescia totalmente la politica difensiva del contenimento con la quale il mondo libero si è opposto ai pericoli esterni per più di mezzo secolo. Premesso che sia doveroso ponderare la ragionevolezza e le conseguenze di un tale rovesciamento di modus operandi. Ma da qui ad accettare ogni critica sprezzante pregna di anti-americanismi tracotanti e definirle ben ragionate e argomentate, ce ne vuole! Una concentrazione di cretinaggini come quelle che seguono è difficile da trovare nello stesso posto in così poche righe.
E così abbiamo una signora di 58 anni orfana di nonno, zio, e padre che si pone la questione della guerra “giusta” anche per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale! Che punta il dito agli Stati Uniti per aver usato la bomba atomica causando tanti lutti e facendo nascere tanti bambini deformi: Come se fosse stato fatto con mano pesante e cuore leggero. Dimenticando le problematiche del momento, le prospettive delle perdite alternative, la determinazione agguerritissima del Giappone, che il nostro buon Oreste si guarda bene dal ricordare. E come se non bastasse la signora ci fa questo delizioso sillogismo: Se Iraq è sotto accusa perché i componenti di Al Qaeda si sono addestrati in Iraq, ed i terroristi dell’11settembre si sono addestrati negli Stati Uniti, allora vuol dire che gli Stati Uniti erano/sono anche essi conniventi coi terroristi! Insomma avete capito? Dopo le melenserie di orfani, di bambini deformati, gravemente handicappati, questa povera signora che si preoccupa della povera gente ci propone questo squisito paragone: un campo d’addestramento in Iraq appositamente costruito e gestito per mandare terroristi kamikaze a distruggere l’occidente è uguale alla società degli Stati Uniti così ingenua e aperta e libera da permettere a chiunque di frequentare le sue scuole di aviazione. Mah! Ma purtroppo questo non è niente.
La lettera seguente avanza un ragionamento “logico” di un semplicismo sconcertante: L’Iraq non attaccherà se non attaccato. Se attaccato, attaccherà obiettivi americani. Non interessa all’Iraq attaccare l’Europa, ma potrebbe attaccare le basi americane sul terreno europeo. Quindi “la soluzione più sensata è di sbarazzarci di tali basi (non dovevano servire a proteggerci?)” Eh, sì, proprio così scrive, senza una riga di commento da Del Buono. Beh! Potremmo proporre a Berlusconi di rimpiazzare Martino, in un eventuale futuro rimpasto, con questo semplice saggio signore.
Poi c’è quella che suggerisce: anziché bombardare l’Iraq che si sta avviando verso il possesso dell’atomica, bisognerebbe bombardare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna che ce l’hanno già l’atomica. Si chiede “perché di grazia” dovrebbero averla loro? Perché difensori della civiltà occidentale? E poi segue un lungo sproloquio di spregio che comincia con: “che cavolo di civiltà è quella dell’America che con il suo modo di produrre e consumare è la più grande inquinatrice del pianeta?” Poi confessando che presta più fede alla motivazione di Bush per “difendere gli interessi americani”, si chiede perché mai gli altri popoli del mondo dovrebbero partecipare alla difesa dei suoi interessi. “Perché continuino bellamente ad avvelenarci tutti quanti?” E naturalmente il buon del Buono si astiene dallo spiegare i quali e i quanti dei tanti interessi nostri intrecciati.
Un’altra signora si lamenta di Bush che può decidere qualsiasi atto deprecabile, che ammazza deliberatamente gente povera e indifesa per poi scusarsi per l’errore. E dell’Iraq invece è sicurissima che le armi sono fantomatiche e che se mai fossero vere sarebbero usate solo contro chi osa attaccarla. Il povero Iraq che viene “punzecchiato da Bush che sta cercando tutte le scuse per far scoppiare una guerra per potersi impadronire del petrolio, cosa fin troppo ovvia.” E ancora l’America e la bomba atomica. E l’America in Vietnam con le conseguenze che vediamo ancora oggi. E come se non bastasse ci si mette anche il massacro degli indiani. Insomma americani con la DNA di guerrafondai dai tempi dei pionieri! E pensate che Oreste spieghi che un po’ di petrolio gli americani ce l’hanno e se mai sono i francesi interessati al petrolio irakeno? E che dice del Buono dei soldati americani che hanno perso la vita nel tentativo di salvare i vietnamiti dalle braccia del comunismo di cui sono tuttora vittime? O dei pionieri che hanno lasciato magari situazioni ostili nel vecchio continente, affrontando ogni pericolo in quello nuovo fra cui c’erano anche gli indiani? Non spreca parola.
L’ultima lettera è di uno che si compiace che finalmente anche gli Yankees debbano aver paura in metro, in treno, viaggiando in aereo, giusto compenso per la loro arroganza.
Se vi sembra di aver letto l’inverosimile, preparatevi perché c’è di peggio. Il redattore conclude la sua rubrica con due righe di sommaria giudizio osannante: “Le lettere contro la guerra non sono ingenue, ma la loro fedeltà ai valori ai cui siamo stati educati, la loro fiducia nella legalità, nei diritti, nella giustizia, nella pace, ha una tale forza da renderle commoventi.” Commoventi? Io le trovo raccapriccianti, quanto la sua stima. Non so a quali valori Del Buono possa riferirsi. Certamente non sono quelli ai quali io sono stata educata.
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