Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 106 del 28-05-2008

Il gioco dell’oracolo

Non lasciate il talento a bagno maria

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Oracolo offresi per consulenze presso il ministero delle Previsioni politiche. Qualifiche: qualche propensione per le profezie cassandresche e ninfa-egeriane. Curriculum vitae, quanto segue:

Agli inizi degli anni Novanta, su un quotidiano americano, scrissi che il problema del fondamentalismo islamico era qualcosa di cui gli americani avrebbero dovuto cominciare a preoccuparsi, anche dal punto di vista della stessa sicurezza nazionale e territoriale statunitense. Che il terrorismo non sarebbe rimasto per sempre un fenomeno fuori dalle frontiere americane, qualcosa che succedeva solo oltreoceano. Il problema del fondamentalismo islamico mi tormentava già dal 1979, quando mi resi conto di aver commesso un terribile errore di gioventù pochi anni prima avendo dato il mio primo voto a Jimmy Carter che permise che l’Ayatollah Komeini tornasse a Teheran a celebrare la sua Rivoluzione islamica facendo scomparire tutte le mini gonne in cambio del velo. Sembrava già allora l’inizio della fine per l’Occidente.

All’inizio degli anni Ottanta, in un’altra vita da pubblicitaria, vidi la presentazione dei palinsesti dei canali televisivi dell’allora Publitalia e sentìi parlare per la prima volta Silvio Berlusconi. Commentai al mio socio: “Magari i nostri governanti parlassero così e seguissero le sue formule per modernizzare l’Italia”. La seconda volta che lo vidi: “magari scendesse lui in politica a governare questo Paese”.

Ma arriviamo ad intuizioni più recenti. La prima volta che vidi Daniele Capezzone era nel giugno del 2002 a Roma, all’Hotel Ergife per il primo congresso dei Radicali Italiani. La prima impressione? Che era una mente formidabile, un comunicatore eccezionale, una forza della natura con un’energia paragonabile solo a quella di Silvio stesso e che i suoi talenti sarebbero stati meglio sfruttati altrove. Non so quanti articoli scrissi da allora, suggerendolo come futuro delfino di Berlusconi. Eravamo in tanti a chiederci dov’era finito dopo l’estromissione dal mondo radicale e come mai non appariva nelle liste dei candidati per le camere o nei toto ministri e sottosegretari. Poi quando abbiamo saputo che era stato nominato portavoce di Forza Italia, pur condividendo l’opinione di molti sul sito dei radicali, che avremmo auspicato qualcosa in più dell’incarico di portavoce di un partito “in liquidazione”, gli abbiano fatto le congratulazioni. Ma da allora Capezzone è scomparso. Speriamo che non lo lasciano troppo a bagno maria.


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