Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 176 del 26-08-2008

Elezioni Usa

Obama e McCain lotta dura a colpi di case
 
di Sandra Giovanna Giacomazzi

La settimana scorsa è stata una settimana molto calma per la campagna elettorale negli Stati Uniti. Tutti in attesa della notizia di chi sarebbe stato il prescelto del presunto nominato del Partito Democratico, Barack Obama, per il suo vice. Risposta che è arrivata all’ultimo minuto col nome, abbastanza scontato, di Joseph Biden, il candidato meglio capace di colmare le lacune di Obama in politica estera. Ma nella calma dell’attesa qualche scintilla è scoppiata da una domanda fatta al candidato Repubblicano, John McCain. Con tutto il subbuglio nei mercati immobiliari che non dà segno di cessare, gli è stato chiesto quante case avesse. McCain ha risposto con una non risposta: “Te lo farò sapere dal mio staff”. Naturalmente, Obama non ha perso tempo per far presente le implicazioni di una risposta così vaga: “A proposito, di case McCain ne ha sette. Quindi è evidente che c’è un abisso fra il mondo in cui vive John McCain e quello della vita quotidiana della maggior parte degli americani”.
 
McCain ha dedicato molto tempo ed energia a dipingere Obama come un membro dell’élite, una celebrità, uno fuori dal contatto con la gente comune. La campagna di Obama non poteva resistere ad usare quest’arma regalata da McCain stesso per dimostrare che è lui quello fuori dal mondo, che non sa neanche quante case possiede. In tempi-luce la campagna di Obama è uscita con uno spot televisivo: “Forse stai faticando per pagare il mutuo della tua casa, ma secondo John McCain, la nostra economica va forte. Hmmm. Poi lo stesso giorno quando gli hanno chiesto quante case avesse, ha perso il conto, non riusciva a ricordare”. Lo spot termina avvertendo: “C’è una casa dove l’America non può permettere che John McCain traslochi”, con una fotografia della Casa Bianca.
 
La campagna di McCain ha risposto immediatamente con uno spot ugualmente negativo: “Barack Obama conosce molto bene il problema del mercato immobiliare. Uno dei suoi più grandi sostenitori lo ha aiutato a comprare la villa dove vive che vale più di 1 milione di dollari, comprando una parte del terreno che Obama non poteva permettersi. In cambio, Rezko ha ricevuto favori politici, che sono costati 14 milioni di dollari ai contribuenti e adesso è stato condannato ed è in attesa di una sentenza che includerà anche la galera”. Alla faccia delle campagne di buon gusto che entrambi candidati hanno promesso. Ambedue sono caduti nella trappola e stanno conducendo campagne negative che piacciono poco al pubblico americano. Per quanto ciò vada contro lo spirito dei due candidati, c’è un motivo per il quale si sentono obbligati a comportarsi così: la campagna sta arrivando al termine e il vantaggio di Obama, già marginale, continua a diminuire, fatto piuttosto sorprendente data l’impopolarità del presidente in carica. Normalmente dovrebbe garantire un margine maggiore al candidato del partito di opposizione.


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