Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 198 del 15-09-2007

L'ex dittatore “faccia d'ananas” resta in galera. Gli Americani lo arrestarono nel 1989

Noriega: la lite sull’estradizione

 Dopo la guerra che lo detronizzò nel 1989, Panama è di nuovo pronta a dargli il benvenuto

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Manuel Antonio Noriega, il deposto dittatore della Panama, avrebbe dovuto essere rilasciato da una prigione federale nel distretto di Miami dopo aver scontato 17 anni di una sentenza di 40 per traffico di cocaina, collegamenti con il crimine organizzato e cospirazione. Invece ci sono due Paesi che ne hanno preteso l’stradizione: la Francia e lo stesso Panama. E infine le autorità statunitensi hanno deciso di trattenerlo in carcere “a tempo indeterminato”.

 La Francia lo vuole per traffico di droga e riciclaggio di denaro sporco in banche ed immobili parigini durante gli anni ottanta, crimini per i quali è stato condannato in absentia a dieci anni di prigione nel 1990. Tuttavia la legge francese prevede un nuovo processo una volta che Noriega dovesse raggiungere il territorio francese. Noriega è stato condannato in absentia anche a Panama, ma per crimini ben più gravi: omicidio e violazione dei diritti umani, con potenziali sentenze di vent’anni. Ciò nonostante Noriega vorrebbe tornare in patria e i suoi avvocati stanno preparando l’appello contro la concessione all’estradizione alla Francia già consentita il mese scorso dal giudice William Hoeveler, lo stesso giudice che lo aveva condannato 17 anni fa.

Per capire perché Hoeveler predilega la Francia e perché Noriega preferisca tornare in patria, bisogna considerare quel che è successo a Panama nel frattempo. Una strana coincidenza del destino è che l’attuale presidente del Panama, Martin Torrijos, sia il figlio del mentore e predecessore di Noriega, il generale Omar Torrijos. Appartiene pure al partito di Noriega e molti membri del suo governo sono ex ufficiali del generale. Però, secondo Presidente Torrijos, se Noriega rientra in patria dovrà scontare la sentenza per la morte di due suoi oppositori politici negli anni ottanta. Ma, guarda caso, nell’ultimo anno è stato riformato il codice penale in modo tale che qualunque condannato che abbia più di settant’anni può evitare la prigione e scontare la sentenza a casa. Noriega ne ha settantatré e nell’ultimo mese i suoi sostenitori hanno cominciato a tagliare l’erba e a dipingere la sua vecchia villa abbandonata dopo che fu confiscata in seguito all’invasione americana nel 1989.

 Quindi la richiesta di Panama per il suo rientro sembrerebbe sincera. Ma l’avvocato di Noriega sospetta che l’estradizione concessa alla Francia sia evidenza di un accordo fra il governo di Panama e quello statunitense. Il Dipartimento di Giustizia non ha voluto indicare perché favoriva la richiesta della Francia piuttosto che quella della Panama, indicando solamente che ogni richiesta è stata valutata in maniera separata.

Mentre Noriega era in prigione, Panama si è trasformata in una potenza economica regionale non indifferente, ma gli equilibri sono ancora fragili. Il ritorno di Noriega e il dilemma nel quale metterebbe l’attuale governo potrebbero mettere a repentaglio questa trasformazione. Everett Ellis Briggs era ambasciatore statunitense a Panama dal 1982 al 1986 e a Honduras dal 1986 al 1989 durante le amministrazioni di Reagan. Aveva cercato di convincere l’amministrazione Reagan di tagliare i contatti con Noriega, che era servito durante la Guerra Fredda quando bisognava scegliere il male minore fra dittatori militari e regimi comunisti. Briggs è stato anche membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale di George W. H. Bush nel 1989 quando si è resa necessaria l’invasione di Panama per disfarsi del dittatore. Secondo Briggs, l’unica cosa buona che possono fare gli Stati Uniti è spedire Noriega in Francia. “Permettere a Noriega di tornare a casa sarebbe l’ultimo errore degli Stati Uniti nei confronti del dittatore”. Un errore che, almeno per ora, non è stato commesso.


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