Il nemico a casa nostra – Una risposta ad un’editoriale di Barbara Spinelli (L'Opinione, 2/8/02)
Noi diciamo, “Non mordere la mano che ti nutre.” Voi dite, “Non sputare nel piatto dove mangi.” I nostri ignobili ospiti islamici di stampo fondamentalista non solo hanno sputato nel piatto, li hanno rotti, hanno rovesciato il tavolo, incendiato la casa degli ospiti, e assassinato i loro anfitrioni privi di sospetto. Proprio perché negli Stati Uniti abbiamo la società più aperta di questo mondo, abbiamo permesso al nemico di vivere fra noi, godere dei benefici delle nostre libertà, dell’efficacia delle nostre istituzioni, dei lussi del nostro stile di vita. Hanno approfittato di quei privilegi che abbiamo così generosamente condiviso con loro, e li hanno usati come nido per pianificare la nostra distruzione.
Dall’indomani della caduta delle Due Torri era evidente che per salvaguardare la nostra sicurezza, saremmo stati costretti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà, che avremmo dovuto sacrificare alcuni dei nostri valori, agire con meno scrupolo, essere noi meno civili per salvare il nostro mondo civile.
Barbara Spinelli, in un recente suo editoriale, chiama in causa questa rinuncia o nella fattispecie, il nuovo insediamento di un’istituzione di vigilanza volontaria nel mondo lavorativo negli Stati Uniti.
Si chiama TIPS, Terrorism Information and Prevention System, ed è solo l’ultima di sei iniziative di Citizen Corp, un programma messo in piede dopo l’11 settembre per creare una rete nazionale al livello locale di informazione, assistenza, volontariato, e collaborazione fra la cittadinanza e le forze dell’ordine. Il tutto fa capo a FEMA, the Federal Emergency Management Agency.
La prima delle iniziative si chiama Citizen Corps Council e serve a sviluppare piani di azioni locali, valutare possibili minacce, e individuare risorse locali sfruttabili in caso di necessità. La seconda, the Community Emergency Response Team CERT è un programma d’addestramento per preparare la gente nei quartieri, nei posti di lavoro, e nelle scuole affinché possano esercitare un ruolo attivo nella programmazione del management di un eventuale stato d’emergenza.
La terza consiste nell’espansione di un programma già esistente da moltissimi anni Neighborhood Watch Program (NPW), che incorporerà al suo programma di prevenzione della criminalità nelle zone residenziali, l’educazione e la prevenzione contro il terrorismo. La quarta si chiama Volonteers in Police Service (VIPS) prevede un supporto per la polizia, usando volontari civili nei dipartimenti, in modo da liberare i professionisti delle forze dell’ordine quando c’è bisogno di loro in prima linea. La quinta è il Medical Reserve Corps (MRC) che coordinerà professionisti volontari della sanità durante emergenze di grande portata, per assistere le squadre di pronto soccorso, per offrire cura a vittime con ferite meno gravi, e liberare medici e infermiere da altre incombenze che diminuiscono l’efficacia del loro lavoro durante una crisi importante.
L’ultima, Operation TIPS, quella criticata dalla Spinelli, coinvolgerebbe milioni di lavoratori che, per la natura del loro lavoro, sono in grado di riconoscere avvenimenti inusuali. Sempre in modo volontario, sarebbero forniti d’addestramento, materiale, e vie formali per denunciare attività sospette all’ufficio del FBI più vicino.
Insomma, si tratta di un piano di cooperazione fra le istituzioni e la popolazione civile per prevenire e affrontare assieme un nuovissimo pericolo per il governo ed i cittadini americani: il terrorismo. Questo tipo di vigilanza non è comunque un concetto nuovo per gli americani. Neighborhood Watch è un programma che esiste da decenni, che prevede una sorveglianza dei quartieri residenziali da parte dei residenti stessi in collaborazione con la polizia locale. Per di più, in molti Stati esiste da tempo immemorabile il concetto di Citizen’s Arrest, cioè qualunque cittadino che vede un crimine è autorizzato a fungere da funzionario ed arrestare e condurre il colpevole al dipartimento di polizia più vicino.
Non vedo tanto che cosa ci sia da scandalizzarsi od allarmarsi. La partecipazione dei civili è volontaria. Che cosa dovremmo fare? Aspettare il prossimo attacco? Mettere la testa sotto la sabbia? È un modo di responsabilizzare la cittadinanza e renderla consapevole e partecipe del fatto che purtroppo non possiamo più vivere nella nostra ospitale innocenza.
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