L’Opinione delle Libertà, Edizione 192 del 08-09-2007
Pakistan, regime in crisi
Musharraf tra
l’incudine e il martello
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Attentati
suicidi, ribellioni islamiche nella capitale, guai istituzionali con la
Corte
Suprema. E’ stata un’estate calda per il Presidente Pakistano Parvez
Musharraf
dal punto di vista dell’ordine pubblico. E purtroppo l’autunno promette
di
aggiungere calore dal punto di vista politico. Due rivali di Musharraf,
Benazir
Bhutto e Nawaz Sharif, sono in procinto di rientrare dall’esilio. Il
ritorno di
Benazir Bhutto si basa su un accordo con Musharraf. Essenzialmente
Musharraf
sarebbe rieletto per un nuovo mandato di cinque anni e alla Bhutto
verrebbe
permesso il ritorno in patria senza conseguenze legali, la
possibilità di
partecipare alle elezioni parlamentari e, in caso di vittoria, di
diventare
primo ministro. Il ritorno di Sharif, invece, è contestato da
Musharraf.
Ma qual è il sentimento dell’opinione pubblica in generale verso
il potenziale
ritorno degli ex leader? Molti dubbi per entrambi. Molti vedono
l’accordo della
Bhutto con Musharraf come uno scambio. Per quanto riguarda Sharif, pur
avendo
avuto anche lui una cattiva amministrazione alle spalle (negli anni
’90, ha
molto seguito proprio perché non sta negoziando con Musharraf e
perché insiste
che l’esercito debba uscire dalla politica pakistana. Oggi, secondo
molti
sondaggi, Sharif è il politico più popolare del Paese.
Secondo l’analista
politica Nasim Zehra, Sharif ha saputo posizionarsi come il candidato
crociato
per la democrazia. La sua popolarità preoccupa, invece, Pervez
Hoodbhoy,
professore di fisica nucleare all’università Quaid-e-Azam: “E’
un uomo che
proponeva l’imposizione della sharia in Pakistan. Se arrivasse al
potere,
farebbe più compromessi con gli estremisti e con i partiti
religiosi”.
Oltre a Musharraf, pochi leader non americani, hanno legato il loro
destino
all’11 settembre. Quando, due anni prima, Musharraf aveva preso il
potere con
un golpe bianco, era visto come il solito generale ambizioso che usa i
muscoli
per arrivare al vertice del Pakistan. Dopo l'11 settembre Musharraf si
trovava
in prima linea nella guerra contro il terrorismo. Tuttavia, questo
nuovo ruolo
lo ha costretto a cercare un equilibrio tra la crescente pressione dei
fondamentalisti islamici e il governo “laico” pakistano… E’ un
equilibrismo non
facile per un uomo con più talento per la strategia militare che
non per la
tattica politica.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista