Mimmo Candito di prima mattina (L'Opinione, 20 maggio 2003)
Mentre si mandavano gli ispettori al Tg3 la settimana scorsa, si poteva anche fargli fare un salto da Radio Rai 3. I due giorni della settimana che mi tocca essere in aula già alle 8 del mattino, tradisco Massimo Bordin di Stampa e Regime di Radio Radicale e seguo la rassegna stampa di Rai 3. Come sapranno senz’altro i lettori, questa trasmissione propone come conduttore un giornalista diverso ogni settimana che dovrebbe, dalle 7,15 alle 8,00, leggere estratti d’articoli di cronaca ed editoriali, poi, dalle 8,00 alle 8,30, accettare telefonate dal pubblico e, prendendo spunto dalle domande degli ascoltatori, commentare le notizie appena lette. La settimana scorsa il programma è stato gestito da Mimmo Candito, corrispondente di guerra per La Stampa e docente all’Università di Torino, che ha deciso di testa sua di cambiare radicalmente il formato.
Così ha iniziato le trasmissioni con aneddoti personali, tipo quello raccontatogli da un tassista quella mattina mentre si recava agli studi della Rai. Poi, prima e dopo e nel bel mezzo della lettura di ogni articolo, ci diceva la sua, rafforzando le opinioni degli editorialisti che la pensano come lui e contrastando quegli di pensiero opposto. Ogni lettura era pregna del suo ben noto terzomondismo. Così, come il suo compare Giulietto Chiesa che continua a raccontarci come la Russia era un paradiso terrestre prima che togliessero la cortina di ferro, gli ascoltatori della settimana scorsa hanno imparato: che in Iraq stavano meglio con Saddam, che le donne in Afghanistan si sentivano più a loro agio con la burque, e che prima della globalizzazione vivevamo tutti meglio. Ma a che periodo risale, Caro Candito, quello prima della globalizzazione? Ci vuole dire che in Italia si stava meglio prima che i cinesi imponessero i loro spaghetti e i messicani quel frutto del diavolo che si chiama pomodoro?
giogia@giogia.com Ritornare alla lista