L’Opinione delle Libertà, Edizione 33 del 16-02-2008
Primarie americane
Usa, la
matematica conta più dei voti
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Mitt Romney, l’ex
governatore del Massachussetts e candidato alla Casa Bianca fino a due
settimane fa ha annunciato che darà il suo endorsement al
senatore
dell’Ariziona, John McCain. Con questo gesto rilascia i suoi delegati
incoraggiandoli a votare per McCain. Aggiungendo i suoi 286 delegati ai
649 che
ha già accumulato, a McCain restano solo 78 delegati per
raggiungere i 1191
necessari alla sua nomination. Con questo si chiude la partita di Mike
Huckabee
che, pur privo di speranze per una nomination, sperava almeno di dar
battaglia
alla Convention, come si faceva una volta. Tuttavia Huckabee continua a
dire
che non mollerà.
Le regole sono fatte
dai partiti e dai governi locali o statali, non da quello
centrale o federale. I due partiti maggiori gestiscono la distribuzione
e il
conteggio dei delegati in modo diverso per motivi storici. Ma una
regola è
uguale per entrambi. Per vincere la nomina del partito, il candidato
deve
ottenere la metà del totale dei delegati nazionali. Per i
Democratici il numero
magico è 2,025 fra i 4,049 disponibili. Per i Repubblicani
è 1191 su 2380.
Anche il metodo che si usa per fare il conteggio è diverso per i
due partiti. I
Democratici usano il metodo proporzionale. Se ci sono 10 delegati in
ballo e un
candidato vince il 60% del voto, vince 6 delegati. I Repubblicani
lasciano che
siano gli stati a decidere ognuno per conto suo se preferiscono usare
il metodo
proporzionale o il “winner-take-all”, quando il candidato che vince la
maggioranza relativa prende tutti i delegati. Qui si tratta dei
delegati
“pledged” ossia quelli che dovrebbero votare per il candidato per il
quale sono
stati votati. Ma la parola chiave è “dovrebbero”, perché
non sono obbligati a
farlo anche perché il loro candidato potrebbe essersi ritirato
dalla gara nel
frattempo.
Poi, giusto per rendere le cose ancora più complicate, ci sono i
“super”
delegati. Si tratta di persone che occupano un incarico politico per il
partito
o che sono presidenti o segretari dei partiti locali. Loro possono
votare come
vogliono. Spetta al candidato corteggiarli e convincerli che meritano
il loro
appoggio. Il sistema produce degli strani risultati. Un candidato
può vincere
nella maggioranza degli stati, ma aver molto meno delegati; dipende
dalla
dimensione demografica degli stati in cui vince. E quest’anno,
più che in
qualunque altro anno, la gara si disputa delegato per delegato. La
differenza
fra l’utilizzo del sistema proporzionale e quello “winner-take-all”
è cruciale.
Quella proporzionale sta esasperando i Democratici che vorrebbero
chiarezza più
in fretta. Ma il sistema “winner-take-all” è stato frustrante
per i
Repubblicani: avrebbero voluto vedere premiato un candidato che invece
è
arrivato al secondo posto per pochi voti di differenza. L’attuale
stallo dei
Democratici e la forza che ha avuto McCain, anche prima dell’endorsment
di
Romney, sono colpa o merito di due persone: l’ex sindaco di New York,
Rudolf
Giuliani, e il reverendo Jesse Jackson, l’afro-americano che ha
concorso per la
presidenza 20 anni fa.
L’anno scorso gli organizzatori della campagna di Giuliani hanno spinto
perché
gli stati di New York, New Jersey, Connecticut e Delaware passassero
dal
sistema proporzionale al “winner-take-all”. E gli stati accettarono.
Così,
quando Giuliani si è ritirato dalla gara e McCain ha vinto in
quegli stati, i
200 delegati che avrebbero potuto essere spartiti fra tutti i candidati
con le
vecchie regole sono andati invece interamente a McCain. Una volta anche
i
Democratici adoperavano il sistema “vincitore prende tutto” .
Finché Jesse
Jackson vinse 11 stati venti anni fa e si accorse che con il
proporzionale
avrebbe vinto molto di più. Quindi spinse per un cambiamento in
questo senso e
il partito accettò. Quindi se la proporzionalità della
gara di quest’anno è
particolarmente punitiva, Obama e la Clinton hanno solo da ringraziare
Jackson.
C’è già chi sta mettendo in discussione la decisione del
Comitato Nazionale di
sottrarre i delegati della Florida e del Michigan per aver anticipato
la data
delle loro primarie e insistere che siano contattati.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista