Il regalo delle mamme americane alle mamme italiane (24/4/03)
Prima del lunghissimo ponte di Pasqua sono andata dal mio medico della mutua. Non è il solito medico della mutua che ti scrive la ricetta e via. La mia dottoressa ti visita, ti ascolta, sa che il suo miglior strumento di diagnosi sono le tue parole quando le racconti i tuoi sintomi. Guarda i tuoi esami con cura, ti spiega le cause del tuo male, ti indica il modo migliore per curarti, non solo con le medicine, ma con il comportamento e lo stile di vita. Si ricorda tutta la tua patologia a memoria, così quando vai a curarti per una cosa, non si dimentica di chiederti o di controllare come vanno le altre cose. Quando vai da lei, sai a che ora entri, ma non sai mai a che ora te ne andrai, perché si comporta così con tutti i suoi pazienti.
Così nella sua sala d’attesa, non c’è mai gente che si arrabbi o che si spazientisca. Io mi porto sempre dietro i giornali da leggere, un quaderno dove scrivere, e la radiolina portatile per ascoltare le notizie. Di solito c’è anche tanta conversazione congeniale su ogni argomento immaginabile. E come sarebbe perfettamente immaginabile, l’argomento principale della settimana scorsa era la guerra in Iraq. Così mi è toccato sentire le solite pappardelle delle motivazioni economiche petrolifiche, gli insulti al mio Presidente, e le battute sulle armi chimiche che non si trovavano. Meno male che io ero lì proprio perché avevo problema di gola. Ero quasi completamente afona, avendo speso la mia povera voce cercando di seminare qualche seme di dubbio nel pensiero unico dei miei ragazzi, nelle mie 10 classi, e durante le mie 20 ore d’insegnamento settimanale. Meno male, perché ero obbligata a starmene zitta.
C’era anche una mamma che parlava di suo figlio diciottenne, che sarebbe dovuto partire a fare le vacanze di Pasqua negli Stati Uniti, solo che lei, intimorita per eventuali attacchi terroristici, aveva preferito che scegliesse qualche altra destinazione. Quando ho sentito quello, mi era dispiaciuto di essere senza voce. L’avrei voluto consolare: Non si preoccupi, signora. Ci sono le mamme americane che amano i loro figli quanto le mamme italiane, ma amano anche la libertà e hanno mandato i loro figli a combattere anche per la libertà di suo figlio, perché lui possa andare in vacanza senza paure e dove preferisce.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista