L’Opinione delle Libertà, Edizione 216 del 06-10-2007
Malasanità americana
Cosa non funziona
nel sistema sanitario Usa
C’era da
scommettere che la sinistra italiana avrebbe fatto festa per l’uscita
del nuovo
film di Michael Moore. Ogni scusa è buona per demonizzare gli
Stati Uniti e per
osannare chi li critica, tanto meglio se è proprio un americano.
E
naturalmente, chi ama l’America la difende, magari rifiutando persino
di andare
a vedere il film di Moore. E fa male, perché, nonostante le
grosse esagerazioni
e il suo solito stile offensivo, il problema che Moore denuncia
è reale ed è
profondamente sentito da tutti gli americani. Moore in quest’istanza
svolge un
ruolo simile a quello di Beppe Grillo: non ha scoperto niente, sta solo
urlando
più forte degli altri riguardo ad un problema sentito da tutta
la società.
Una volta, ciò che si poteva dire del sistema sanitario
statunitense era che
eri a posto se eri ricco, se eri anziano, se eri povero o se avevi un
buon
lavoro in una grande azienda. Se eri ricco potevi strapagare più
di una polizza
assicurativa privata, così ciò che non copriva l’una,
copriva l’altra. Se eri
anziano, eri coperto dal sistema sanitario pubblico per gli anziani che
si
chiama Medicare. Se eri povero, eri coperto dal sistema sanitario
pubblico per
i poveri che si chiama Medicaid. E se avevi un datore di lavoro di un
certo
peso, avevi un pacchetto di benefits che includeva una polizza
assicurativa
sanitaria che ti permetteva di curarti ovunque, persino dal dentista,
con una
franchigia irrisoria. Chi rimaneva tagliato fuori erano le persone
senza lavoro
o fra lavori, chi lavorava per un’azienda piccola o chi lavorava in
proprio. In
questo caso dovevi provvedere tu a sottoscrivere una polizza privata,
che però,
non avendo il potere contrattuale di una grande azienda, ti trovavi con
rate
mensili proibitive e franchigie alte da pagare e con massimali bassi.
Oggi chi ha un lavoro precario o saltuario o in proprio è
più o meno nella
stessa situazione di prima, ma con polizze più care, con
più esclusioni,
franchigie ancora più alte e massimali sempre più bassi.
Infatti, tanti dicono
“chi me lo fa fare” e preferiscono non assicurarsi. Ma neanche chi una
volta si
sentiva privilegiata, chi lavorava per una grossa azienda con polizze
complessive, il sistema che si chiama “employer-sponsered system”
(sistema
sponsorizzato dal datore di lavoro) è più contento oggi.
E non lo sono neanche
le aziende. I costi mensili delle polizze per entrambi sono aumentati,
con
“co-pays” (una specie di ticket sulle visite, le analisi e i farmaci) e
franchigie sempre più alte, massimali sempre più bassi e
ci sono sempre più
patologie, esami e farmaci che sono esclusi. Non puoi neanche
più scegliere da
quale medico farti curare, dove fare le analisi o in quale ospedale
farti
ricoverare. Sei obbligato ad usare i fornitori che hanno una
convenzione con la
tua assicurazione.
Oramai anche Medicare per gli anziani non copre più tutto ed
è necessario aver
una polizza privata aggiuntiva che può portar via una bella
fetta di pensione
senza, però, coprire tutto. Persino i ricchi possono trovarsi in
difficoltà se
si ammalano seriamente. Per quanto siano assicurati, con i prezzi
proibitivi
odierni, si fa in fretta a superare i massimali e a dover tirar fuori
centinaia
di migliaia di dollari per curarsi. Gli unici a godere di una copertura
beata
sono proprio i poveri. Possono farsi visitare dove vogliono e tutto
ciò che gli
viene prescritto, gli viene concesso da Uncle Sam, ossia dalle tasse
pagate da tutti
i contribuenti, e senza discussioni.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista