L’Opinione delle Libertà, Edizione 3 del 05-01-2008
Huckabee e Obama sono stati scelti dai caucus e
possono continuare a correre
per la presidenza
Iowa, vincere per
sopravvivere
di Sandra Giovanna Giacomazzi
L’ex governatore
dello stato di Arkansas, Mike Huckabee è il vincitore dei
caucuses dell’Iowa
per i Repubblicani. Ha vinto con il 34% dei consensi, precedendo Mitt
Romney
col 25%, McCain e Thompson con il 13%, Ron Paul col 10% e Rudy Giuliani
con il
3%. Il senatore Barack Obama dell’Illinois ha vinto per i Democratici.
Obama ha
ottenuto il 39% dei consensi, superando nettamente John Edwards e
Hillary
Clinton che hanno preso rispettivamente il 30 e il 29%. Entrambe le
vittorie
rappresentano il trionfo di candidati emergenti su rivali più
consolidati. Si è
parlato tanto dell’importanza della “electability” di un candidato,
ossia della
sua vera possibilità di essere eletto, ma in Iowa
“l’amicability”, vale a dire,
la simpatia, ha prevalso sulla “electability”.
Huckabee, un
predicatore battista, ha potuto cavalcare l’onda d’appoggio dei
cristiani
evangelici fortemente presenti sul territorio. Per molti elettori
repubblicani
la fede è un fattore determinante. Huckabee ha posizioni senza
compromessi
contro l’aborto e i matrimoni gay e non nasconde l’influsso della
religione
sulle sue idee politiche. Il conservatorismo economico che predica
è lontano,
però, da quello che ha messo in pratica come governatore
dell’Arkansas dove ha
fatto delle scelte che hanno provocato irritazione tra molti
conservatori. In
politica estera è sempre stato molto eloquente sostenendo una
politica forte
contro il terrorismo e un’amicizia leale con Israele, ma nelle ultime
settimane
ha collezionato una serie di gaffe inspiegabili riguardo i rapporti con
l’Iran,
con il Pakistan e con il Messico.
I caucuses dell’Iowa sono riconosciuti come il primissimo passo nel
processo
verso la nomina per il presidente degli Stati Uniti, ma quanto contano
realmente?
Hanno portato un vero boom economico allo stato dell’Iowa nelle ultime
tre
decadi da quando sono stati istituiti, ma il loro valore politico ha
avuto
degli alti e bassi non indifferenti. E’ vero che nelle ultime tre
elezioni del
2004, del 2000 e del 1996, l’Iowa ha azzeccato la nomina per entrambi i
partiti. Ma, nel 1988, per esempio, i candidati che hanno vinto la
nomina dei
partiti, George W. H. Bush per i repubblicani e Michael Dukakis per i
democratici, si erano solo piazzati al terzo posto nell’Iowa e, nel
1992, Bill
Clinton aveva preso un misero 3%.
Ciò che viene
deciso dai caucuses dell’Iowa non è tanto chi saranno i
candidati finali, ma
chi potrà permettersi di rimanere in gioco e chi dovrà
ritirarsi. I candidati
che sono in testa nei sondaggi nazionali possono permettersi di non
essere in
poll position nell’Iowa. Hanno già finanziamenti sufficienti. Di
fatto,
Giuliani non ha nemmeno partecipato. Per i candidati meno quotati,
invece,
vincere o almeno essere fra i primi nell’Iowa vuole dire ricevere un
flusso di
denaro che permette di continuare a correre.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista