L’Opinione delle
Libertà, Edizione 90 del 27-04-2006
Senza l’intervento
angloamericano i
partigiani starebbero ancora resistendo
di Sandra
Giovanna Giacomazzi
Dopo il
vergognoso trattamento riservato al
cittadino Letizia Moratti che accompagnava il padre, ex deportato a
Dachau, in
carrozzella alla manifestazione del 25 aprile a Milano, ci si
può ancora
meravigliare o biasimare Berlusconi per la scelta di non partecipare a
quei
festeggiamenti?
Per dire la verità, però, quest’anno Berlusconi ha
celebrato il 25 aprile con
quasi due mesi di anticipo e lo ha celebrato come nessun altro uomo
politico
nella storia della Repubblica italiana. Il primo marzo il presidente
del
Consiglio italiano è apparso davanti ad una sessione congiunta
del Congresso
degli Stati Uniti. Ha aperto il suo discorso con una testimonianza di
gratitudine verso gli Stati Uniti per aver salvato l’Italia e l’Europa
dalle
strette di tre totalitarismi: nazismo, fascismo e comunismo e per aver
sollevato il continente dalle ceneri della guerra con il Piano
Marshall. Nel
cuore del suo discorso ha richiamato i valori condivisi dell’Europa e
degli
Stati Uniti e l’importanza di ricordare e onorare quell’unità,
non solo con
parole ma con i fatti.
Ha chiuso il suo discorso con un aneddoto, raccontando di un padre che
ha
portato suo figlio in un cimitero in Italia dove furono sepolti tanti
soldati
americani che persero la vita durante la Seconda guerra mondiale. Ha
riferito
come il padre fece promettere al figlio di non dimenticare mai il
generoso sacrificio
umano fatto da così tanti giovani americani per restituire la
libertà al loro
Paese. Ha concluso rivelando: “Quel padre era mio padre, quel ragazzo
ero io”.
Poi ha dovuto alzare la voce sopra un applauso assordante e una
standing
ovation per concludere: “Non ho mai dimenticato, e non
dimenticherò mai”. Mi è
venuta la pelle d’oca ad ascoltare le sue parole pronunciate da quel
luogo che
lui chiamava il tempio della democrazia. A giudicare dai diciotto
applausi e le
tre ovazioni, anche i membri del Congresso si sono commossi. Se
avessero
potuto, gli avrebbero concesso la cittadinanza onoraria. Come mi ha
raccontato
un amico che ha vissuto la Liberazione, senza le bombe e il sacrificio
degli
angloamericani i partigiani sarebbero ancora lì a resistere, ma
senza la
libertà.
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